Il sorriso di Simone Scognamiglio è la sua forza più grande. Sedici anni, di Castel San Giorgio, combatte da due anni contro un osteosarcoma, un tumore osseo raro e aggressivo che ha cambiato la sua vita ma non il suo spirito. Il dolore, le cure, gli interventi e le interminabili giornate trascorse in ospedale non sono riusciti a spegnere in lui la luce della speranza. Il calcio, la sua più grande passione, è diventato il suo modo per restare in piedi, anche quando la malattia lo ha costretto a fermarsi come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
La partita di Simone: a 16 anni lotta contro il tumore
La diagnosi è arrivata come un fulmine, seguita da un percorso difficile: prima l’amputazione della gamba sinistra, poi i cicli di chemioterapia e un lungo periodo di riabilitazione. Quando sembrava che il peggio fosse alle spalle, un nuovo colpo: metastasi a una costola, asportata con un intervento delicato, e successivamente un nodulo paracardiaco che ha richiesto ulteriori cure. Nonostante tutto, Simone continua a sorridere, a credere, a guardare avanti.
Il calcio è la sua ancora di salvezza. Lo segue con la dedizione di un vero esperto, conosce ogni giocatore e ogni risultato. Vive le partite come se fosse in campo, con la stessa intensità e la stessa passione. «Il calcio è il mio respiro», ripete spesso. È da questa passione che nasce il suo sogno più grande: incontrare un calciatore, uno dei suoi idoli, e stringergli la mano. Tra tutti, il suo preferito è Scott McTominay, ma per lui basterebbe qualunque campione disposto a regalargli un momento di gioia, un sorriso capace di far dimenticare per un attimo il dolore.
Intorno a Simone si è stretta l’intera comunità di Castel San Giorgio. Familiari, amici, cittadini, associazioni: tutti uniti in una gara di solidarietà per sostenere il giovane nella possibilità di accedere a un trattamento innovativo negli Stati Uniti. «Il costo delle cure è molto alto – racconta il padre – ma non vogliamo arrenderci». La raccolta fondi procede e ogni donazione diventa un segno tangibile di vicinanza, un modo per dire che Simone non è solo.
La sua storia è diventata il simbolo di un’intera comunità che ha scelto di “fare squadra” per un ragazzo che sogna ancora di sentirsi parte del gioco. In paese si moltiplicano i gesti di affetto, dai messaggi sui social alle iniziative nelle scuole e nelle società sportive. Tutti tifano per lui. Perché quella di Simone non è solo una battaglia contro la malattia, ma una partita di cuore, fatta di coraggio, speranza e solidarietà.
Quando un giorno un campione entrerà nella sua stanza e gli poserà una mano sulla spalla, non sarà solo un incontro speciale: sarà la vittoria più grande. Quella di un ragazzo che, nonostante tutto, continua a credere nella vita. E di una città che, unita, gli sta insegnando che la forza più potente è quella dell’amore. Castel San Giorgio tifa per Simone. E con lui, tutta Salerno.