Cronaca Salerno, Salerno

Giallo a Vibonati, il piccolo Pietro in coma da una settimana: “In quella casa è successo qualcosa”

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La casa del piccolo Pietro
La casa del piccolo Pietro

Pietro, il bimbo di 9 mesi, è in coma da sette giorni: continuano le indagini per capire cosa sia successo quel giorno nella casa a Vibonati. Operato due volte alla testa. Le indagini si concentrano sul lasso di tempo in cui era solo col compagno della madre. Lo riporta Giornale del Cilento.

Vibonati, bimbo in coma al Santobono: le indagini

Ha solo nove mesi, ma sta affrontando la battaglia più dura: quella per la vita. Il piccolo Pietro è ricoverato in coma all’ospedale Santobono di Napoli, dopo essere stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici per ridurre un grave edema cerebrale. La prognosi resta riservata, e i medici non si sbilanciano. Ma i segni sul suo corpo – fratture recenti e pregresse – parlano di una sofferenza che va ben oltre l’ultimo tragico episodio. Una villetta affacciata sul mare, nel parco residenziale “Le Ginestre” di Villammare, è oggi il cuore di un’indagine che scuote l’intera comunità cilentana. Una casa ordinaria, tra fiori e viste panoramiche, che cela una vicenda ancora senza risposte.

Pietro viveva lì con la madre, F.G., originaria di Licusati, e con il compagno della donna, D.A., calabrese. Il padre biologico, G.M., risiede a Sapri. Anche lui è molto giovane e ha un altro figlio di quattro anni, Angelo, avuto con la stessa donna. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, il giorno dell’incidente la madre sarebbe uscita per recuperare Angelo da scuola, lasciando Pietro in casa col suo attuale compagno. Un’assenza di circa 45 minuti. Un tempo breve, ma su cui si concentrano ora tutte le attenzioni degli inquirenti.

D.A. è stato ascoltato, così come F.G., il padre del piccolo e altri familiari. Al momento, nessuno risulta indagato, ma alla madre è stata sospesa la potestà genitoriale. Intanto la comunità si stringe attorno al dolore e alla richiesta di verità. Tra le voci che emergono, quella del cognato di D.A., intervistato da una rete televisiva nazionale:

“Mio cognato non ha fatto nulla, ma qualcosa in quella casa è successo. Un bambino non si riduce così da solo. Io ho figli piccoli e da quando ho saputo questa storia non dormo più. Chi ha sbagliato deve pagare.”

D.A., noto in zona anche per la sua passione per la caccia, ha due figlie da una relazione precedente. La sua famiglia è conosciuta nel territorio: una sorella è sposata con un pescatore locale. La rete di relazioni, però, non basta a sciogliere i nodi di una storia dolorosa e ancora avvolta nel mistero. Il piccolo Pietro continua a lottare. Intorno a lui, una comunità e un Paese intero trattengono il respiro. E in molti, con sempre più urgenza, chiedono solo una cosa: verità.

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