La Procura della Repubblica di Salerno ha avviato un’inchiesta su una serie di fallimenti e vendite giudiziarie che coinvolgono l’intera provincia di Salerno, in particolare le zone di Salerno e Vallo della Lucania. Sotto la direzione del procuratore Giuseppe Borrelli, il PM antimafia Elena Guarino sta coordinando le indagini, che sono già in corso con l’intervento degli investigatori della Direzione Investigativa Antimafia (DIA). L’inchiesta si concentra su un presunto sodalizio criminale che, secondo gli inquirenti, sarebbe in grado di manipolare e condizionare le procedure di vendita dei beni fallimentari, con il coinvolgimento di banche, finanziarie, usurai e professionisti del settore immobiliare.
Un sistema di corruzione tra giudici e clan mafiosi
L’inchiesta ha rivelato un mercimonio legalizzato che sfrutta le difficoltà economiche di molte famiglie indebitate e l’incremento dei fallimenti delle piccole e medie imprese. Secondo gli investigatori, ci sarebbero operazioni di riciclaggio di denaro sporco da parte dei clan camorristici, che acquistano alberghi, ville e altri immobili attraverso prestanomi, alimentando il circuito di denaro illecito nel settore turistico-alberghiero del Cilento e della Piana del Sele. Un fenomeno in continua espansione che coinvolge anche molti professionisti, come commercialisti e ingegneri, che lavorano a stretto contatto con i giudici e i curatori fallimentari, gestendo le vendite immobiliari nelle procedure di fallimento.
Nel mirino degli investigatori ci sono anche le transazioni immobiliari avvenute nella zona di Marina di Camerota, dove sono stati acquistati immobili a prezzi sottocosto da società sospette, come la ‘Vale srl’ e la ‘Vera Marina Resort s.r.l.’, entrambe con legami ambigui con la camorra. Le operazioni immobiliari, come quella che ha visto l’acquisizione di una struttura alberghiera per 1.001.111,00 euro, sono sotto esame, soprattutto in considerazione della presunta incapacità economica dei compratori, che non avevano le risorse per acquisire tali beni. Le denunce su questi casi erano state archiviati, ma l’inchiesta della Procura Antimafia ora intende fare chiarezza su come questi beni siano stati acquisiti e se ci siano legami tra i clan e i pubblici ufficiali coinvolti.
I professionisti delegati alle vendite fallimentari: la situazione in Cilento
Il 4 giugno prossimo, alcuni stimati professionisti cilentani terranno un corso di alta formazione per confermare la loro iscrizione nell’elenco dei professionisti delegati alle vendite fallimentari e immobiliari. Questi professionisti, che operano a stretto contatto con i giudici esecutori, sono accusati di favorire il traffico illecito di immobili attraverso procedure fallimentari, aiutando i clan a rientrare in possesso di beni attraverso aste pubbliche pilotate. Secondo l’indagine, il sistema sarebbe ampiamente infiltrato da soggetti con legami con la camorra che, approfittando delle normative, riescono a fare offerte sotto il valore di mercato, spesso acquistando immobili a prezzi irrisori.
Il ruolo dei giudici e dei pubblici ministeri
L’inchiesta si concentra anche sui giudici e sui pubblici ministeri che, pur avendo evidenti legami con i clan, hanno archiviato denunce e permesso operazioni sospette. Un esempio emblematico riguarda la denuncia riguardante la ‘Vale srl’ e il progetto turistico “Kamarina”, che è stato ceduto senza il dovuto controllo sui finanziamenti e sull’affidabilità economica degli acquirenti. La denuncia, inizialmente sollevata, è stata successivamente archiviata, sollevando dubbi sulla condotta di alcuni magistrati coinvolti.
L’inchiesta della Procura Antimafia di Salerno si propone di scoprire le connessioni tra i clan mafiosi e la gestione dei fallimenti e delle vendite giudiziarie nella provincia di Salerno, con l’obiettivo di smantellare un sistema corrotto che consente il riciclaggio di denaro sporco e la speculazione su beni pubblici. La criminalità organizzata si infiltra nei meccanismi legali, sfruttando la debolezza delle istituzioni per acquisire immobili a basso costo e inquinare l’economia locale.