L’imprenditoria salernitana consolida un orientamento ormai strutturato verso politiche di Diversità, Equità e Inclusione, considerate sempre più un elemento strategico e non un fattore di costo come riportato da Il Mattino.
Imprese salernitane, la DE&I diventa un investimento
È quanto emerge dal sondaggio elaborato dal Comitato femminile plurale di Confindustria Salerno, realizzato su un campione di 64 aziende, in prevalenza piccole e medie imprese, e presentato nel corso del convegno «Dalla DE&I alla VIG: verso parità, equità e impatto di genere». L’incontro, arricchito da testimonianze dirette delle imprese, è stato moderato dalla vicepresidente del Cfp, Simonetta De Luca Musella.
Secondo i dati raccolti, oltre l’80% delle aziende intervistate rileva un impatto positivo delle politiche orientate all’inclusione sul clima interno e sulla produttività. Una quota pari al 35,9% dispone già di una strategia formale in materia, mentre un ulteriore 34,4% è nella fase di costruzione di un piano dedicato. L’indagine evidenzia inoltre che più della metà delle realtà imprenditoriali sta intervenendo sui processi legati all’equilibrio tra vita privata e lavoro, mentre quasi la metà è impegnata nella revisione delle procedure di selezione del personale per renderle più inclusive.
Sul fronte delle misure di sostegno alla genitorialità, smart working e flessibilità oraria risultano le iniziative più diffuse, entrambe indicate dal 67,2% del campione. Un altro aspetto messo in rilievo è la distribuzione dei ruoli apicali: se un terzo delle imprese presenta una bassa rappresentanza femminile ai vertici, un quarto segnala invece una significativa presenza di donne nei livelli direzionali. Le aziende hanno inoltre avviato percorsi formativi mirati all’empowerment femminile e programmi di mentorship, strumenti scelti rispettivamente dal 31,3% e dal 21,9% delle realtà coinvolte.
Il confronto ha offerto un quadro delle pratiche già adottate e delle linee di sviluppo su cui le imprese intendono investire. Dal Comitato femminile plurale arriva l’invito a rafforzare il percorso intrapreso, mettendo in rete esperienze e strumenti operativi utili a consolidare una cultura aziendale orientata all’equità. Un ulteriore segnale proviene dal crescente interesse verso le certificazioni per la parità di genere: una realtà su quattro le possiede, mentre un’altra quota analoga è in fase di ottenimento. La più richiesta è la UNI PdR 125:2022, considerata dalle imprese un’occasione per strutturare processi più inclusivi e valorizzare la presenza femminile nei diversi comparti produttivi.








