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Il sistema Ruggiero: spaccio, armi e auto rubate. Così il clan del rione Paterno controllava il traffico di droga

Rete criminale smantellata nella Piana del Sele: 39 misure cautelari per traffico di stupefacenti

Lo spaccio

Un duro colpo al narcotraffico locale è stato inferto dalla Procura di Salerno, che ha coordinato un’imponente operazione della Guardia di Finanza culminata all’alba di giovedì con 39 arresti. L’indagine ha portato alla disarticolazione di un gruppo criminale radicato nel rione Paterno, una delle zone più popolose e complesse della città, trasformata nel tempo in una vera e propria enclave criminale come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Il sistema Ruggiero: spaccio, armi e auto rubate

Il quartiere, composto in gran parte da alloggi popolari, era diventato il centro operativo di un’organizzazione guidata da Mario Ruggiero, affiancato dai familiari Luigi e Daniele Ruggiero e dal fidato Giovanni Barra, indicato dagli inquirenti come il braccio operativo del gruppo. Le attività del sodalizio spaziavano dallo spaccio di sostanze stupefacenti al riciclaggio e ricettazione di veicoli rubati, in particolare Jeep Renegade, fino alla disponibilità di armi clandestine utilizzate per garantire la protezione delle attività illecite.

Il “quartier generale” del gruppo era il Corona’s Club, un locale in via Pio XII che, secondo la Procura, fungeva da punto d’incontro, centro decisionale e luogo di coordinamento per le operazioni di spaccio. È proprio da quel locale che gli investigatori delle fiamme gialle hanno iniziato le loro osservazioni, supportate da intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Le indagini hanno permesso di ricostruire nei dettagli la struttura dell’organizzazione, i ruoli dei membri, i canali di approvvigionamento, i luoghi di occultamento della droga e le piazze di distribuzione.

Nel decreto del gip Gerardina Romaniello si legge che «l’associazione capeggiata da Mario Ruggiero è stata scandagliata in ogni suo aspetto, individuando ruoli, responsabilità e canali di fornitura, oltre alla reale disponibilità di armi». Le indagini, precisa il giudice, non si sono limitate alle sole conversazioni intercettate ma hanno trovato riscontro concreto attraverso sequestri e arresti che confermano la pericolosità del gruppo.

Le forze dell’ordine hanno individuato due depositi utilizzati per custodire lo stupefacente: piccoli magazzini in via Rosselli e via Imperato, riconducibili a Daniele Ruggiero e alla compagna Josephine Di Conza. Quando un cliente tentò di forzare uno dei nascondigli, la coppia – con l’aiuto di Anna Iorio, ex moglie di Ruggiero – spostò droga e denaro in un altro luogo per evitare sequestri.

L’inchiesta ha preso avvio nel novembre 2022, quando gli investigatori notarono i frequenti spostamenti della coppia Ruggiero–Di Conza tra le vie del centro di Eboli. I brevi incontri e i passaggi sospetti non lasciarono dubbi sulla natura illecita delle attività. Non mancavano, tuttavia, momenti di tensione interna, come quelli documentati tra Mario e Daniele Ruggiero per il pagamento di una partita di droga, con toni accesi e minacce velate.

Il 25 febbraio 2023, Daniele consegnò 17mila euro al luogotenente Barra, che portò il denaro direttamente al capo dell’organizzazione.

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