Il confronto sulle emissioni dello stabilimento delle Fonderie Pisano, nel quartiere Fratte di Salerno, registra un nuovo capitolo dopo le recenti comunicazioni istituzionali che hanno riacceso il dibattito sulla tutela ambientale e sulla salute dei residenti. Nel corso di un incontro con la stampa, il Comitato Salute e Vita ha ribadito la richiesta di fermare l’attività dell’impianto, richiamando il ruolo dell’amministrazione comunale e richiedendo un intervento immediato.
Il Comitato Salute e Vita torna a chiedere la chiusura delle Fonderie Pisano
Secondo quanto riferito dal presidente del comitato, Lorenzo Forte, la posizione espressa dal Ministero dell’Ambiente confermerebbe una criticità che da anni viene segnalata dalla popolazione e dalle associazioni del territorio. Al centro della questione c’è l’interpello ambientale trasmesso dalla giunta regionale della Campania, relativo alla corretta applicazione della normativa nazionale sulle emissioni in atmosfera e sulle condizioni operative delle fonderie di metalli ferrosi. Il documento ha portato alla risposta ufficiale del direttore generale del Ministero, Gianluigi Rocco, che ha evidenziato la presenza di depositi di particolato sulle superfici esterne delle abitazioni, pur in assenza di superamenti dei limiti autorizzati.
Il contenuto della nota ministeriale sottolinea che tali depositi siano stati registrati dall’Arpac durante specifiche attività di monitoraggio, nelle quali sono stati documentati accumuli di polveri sui balconi delle case circostanti lo stabilimento. Si tratta di elementi che, pur rientrando in un quadro di regolarità formale, vengono descritti come fonte di impatto percepito dalla comunità residente. Per il comitato si tratta di un’indicazione significativa, che – a loro avviso – rafforza la necessità di un intervento da parte dell’ente locale.
Alla luce di queste risultanze, il Comitato Salute e Vita ha annunciato una nuova diffida indirizzata al Comune di Salerno, invitando l’amministrazione ad adottare i provvedimenti ritenuti necessari sulla base delle competenze riconosciute dalla normativa vigente. Nelle intenzioni dell’associazione, la comunicazione ministeriale rappresenta un ulteriore tassello nel percorso che mira alla sospensione delle attività dello stabilimento di Fratte.







