Il 30 luglio, Legambiente con la sua Goletta Verde ha lanciato un messaggio forte e chiaro a favore della protezione dell’ecosistema marino e costiero della Campania, con un blitz simbolico nella Baia di Ogliastro Marina. L’iniziativa, che ha visto il coinvolgimento dei volontari e delle volontarie di Goletta Verde, ha come obiettivo sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sulle gravi minacce che incombono sulle coste regionali.
Le minacce al litorale campano
Durante l’azione, è stato esposto lo striscione “Vir o mar quant’è bell”, per attirare l’attenzione sulla crescente pressione sul nostro litorale. A rischio c’è la biodiversità marina, che sta subendo danni a causa della scarsa depurazione delle acque, dell’abuso delle imbarcazioni non controllate e dei progetti infrastrutturali invasivi.
Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, ha dichiarato che l’iniziativa è stata un’azione di denuncia per le tante minacce ambientali, come gli scarichi illegali e le pratiche non sostenibili. La Goletta Verde ha chiesto alle istituzioni regionali e locali di attuare strategie efficaci per la tutela dell’ambiente costiero, anche promuovendo la blue economy come risorsa per un futuro più verde.
Scarichi e infrastrutture inadeguate
Un aspetto particolarmente grave che riguarda la salute del mare sono gli scarichi non trattati, provenienti da foci di fiumi e canali, che contengono reflui zootecnici che causano contaminazione batterica e fenomeni di eutrofizzazione. Recenti operazioni di polizia ambientale hanno evidenziato come lo sversamento abusivo di liquami zootecnici stia danneggiando la qualità delle acque.
Un altro pericolo per l’ecosistema costiero è rappresentato dalle opere infrastrutturali, come il Masterplan Salerno Sud, che includono la costruzione di scogliere soffolte e approdi marittimi. Questi interventi, sebbene destinati alla difesa della costa, comportano anche un’alterazione della natura dei paesaggi dunali, con conseguente danno alla biodiversità marina e alla salute dell’ambiente.
Uso improprio di attrezzature meccaniche nelle aree protette
Un altro caso emblematico riguarda l’uso di attrezzature meccaniche in zone protette come la Zona A del Parco Regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano. In queste aree, dove l’ecosistema dunale dovrebbe essere tutelato, le ruspe vengono impiegate per “livellare” le dune, compromettendo la biodiversità e minacciando la fauna locale.