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Giovani salernitani, la rinascita post-Covid: meno Neet e più lavoro tra formazione, università e impresa

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Foto generica
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Nel Salernitano si consolida una trasformazione profonda che segna la fine di una lunga fase di stagnazione giovanile. A sei anni dall’emergenza pandemica, la provincia registra un calo netto dei Neet e una ripresa sostenuta dell’occupazione tra i giovani come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Secondo gli ultimi dati elaborati da Svimez e Istat, il numero di ragazzi che non studiano né lavorano è sceso da 41mila nel 2019 a 32mila nel 2025, con una diminuzione del 15%. Un dato che si traduce in oltre 9mila giovani in più inseriti nel mondo produttivo, segno tangibile di un territorio che torna a investire sulle competenze e sulla formazione.

Giovani salernitani, la rinascita post-Covid

Il rilancio passa attraverso una rete di strumenti educativi e formativi che negli ultimi anni hanno ridefinito la relazione tra istruzione e lavoro. Dalle politiche di orientamento scolastico ai percorsi di alternanza scuola-lavoro, fino al potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori e alla filiera formativa “4+2”, il sistema locale ha saputo intercettare le esigenze del mercato, favorendo l’ingresso stabile dei giovani nel mondo del lavoro. La sinergia tra scuole, università e imprese – un tempo frammentata – si sta ora consolidando in un modello di collaborazione strutturata e duratura.

La conferma di questo trend arriva anche dal rapporto della Fondazione Agnelli, che fotografa un incremento delle immatricolazioni universitarie e un miglioramento complessivo del successo post-diploma. Nei licei della provincia di Salerno si registrano percentuali di studenti non iscritti all’università tra le più basse della regione: solo il 6% al liceo scientifico “Da Procida”, il 7% al “Rescigno” di Roccapiemonte e al classico “De Sanctis”, mentre il “Severi” e il “Tasso” si attestano intorno al 9%. Nella rete dei centri provinciali spiccano il “Galdi” di Cava de’ Tirreni e il “Vico” di Nocera Inferiore, con appena il 10% di diplomati che non proseguono gli studi.

“La maturità non è un punto d’arrivo ma l’inizio di un percorso”, afferma Anna Laura Giannantonio, dirigente del liceo “Da Procida”, sottolineando l’importanza di un orientamento personalizzato che accompagni gli studenti nelle scelte future. Dello stesso avviso Claudio Naddeo, rettore del Convitto Nazionale “Tasso-Trani”, per il quale “l’alleanza educativa tra scuola, università e impresa rappresenta la vera chiave della rinascita sociale”.

Sul fronte formativo, anche gli istituti tecnici del territorio giocano un ruolo decisivo. “Le esperienze di laboratorio e i percorsi scuola-lavoro stanno cambiando il modo in cui i giovani si rapportano al mondo produttivo”, spiega Francesco Cerrone, preside dell’Istituto “Piranesi” di Capaccio, annunciando nuove convenzioni con le aziende del territorio in occasione della Borsa Mediterranea del Turismo.

Il quadro che emerge è quello di una provincia che ha riscoperto nella formazione il motore della ripresa. La crescita dell’occupazione giovanile e la riduzione dei Neet non sono più solo numeri, ma il riflesso di una fiducia rinnovata nella scuola come infrastruttura sociale e come leva concreta di sviluppo sostenibile per il futuro del Salernitano.

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