Folla commossa, ghirlande e palloncini bianchi ai funerali di Anna Tagliaferri, l’imprenditrice uccisa dal compagno a Cava de’ Tirreni. L’omelia del vescovo: “L’amore non uccide, lascia vivere”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Funerali di Anna Tagliaferri a Cava de’ Tirreni: palloncini bianchi e folla commossa
Una folla silenziosa e commossa ha accompagnato l’ultimo saluto ad Anna Tagliaferri, l’imprenditrice cavese uccisa dal compagno Diego Di Domenico nel pomeriggio di domenica 21 dicembre. Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali, trasformando la concattedrale di Santa Maria della Visitazione in un abbraccio collettivo.
Durante l’omelia, il vescovo monsignor Orazio Soricelli ha pronunciato parole nette e profonde: «Chi ama non uccide. Non c’è amore dove ci sono violenza, controllo, possesso. Il dolore di oggi non può essere sterile: la memoria di Anna ci chiede responsabilità». Un messaggio che ha attraversato l’intera assemblea, chiamata a riflettere non solo sulla tragedia, ma anche sulle dinamiche che precedono la violenza. «L’odio non esplode all’improvviso – ha aggiunto – si insinua, si nasconde nelle relazioni. La violenza spegne la luce che dobbiamo ritrovare in Dio».
L’attesa e l’arrivo del feretro
Il feretro di “Annetta”, così come veniva affettuosamente chiamata l’ultimogenita della famiglia Tagliaferri, è giunto in piazza Duomo poco dopo le 8.30, accolto da ghirlande di rose bianche. A scortare la bara, i fratelli Osvaldo e Federico, segnati dal dolore ma composti, che hanno accompagnato la sorella all’interno della concattedrale.
La chiesa e gli spazi circostanti sono stati rapidamente colmi di amici, parenti e semplici conoscenti. Sulla bara bianca, coperta di fiori, sono stati deposti simboli che raccontavano la vita di Anna: la divisa della pasticceria di famiglia con il celebre Cavoto al cioccolato, sua creazione, e una maglia bianca con il cuore rosso della Race for the Cure, iniziativa a sostegno della lotta contro il tumore al seno, che Anna sosteneva con convinzione. Alle 11.30 ha avuto inizio la celebrazione, officiata dal vescovo Soricelli e concelebrata da numerosi sacerdoti e frati francescani.
L’omelia
«L’odio a volte prende il nome dell’amore, della gelosia, del possesso – ha detto il vescovo – ma l’amore vero non ferisce, non umilia, non controlla. L’amore lascia vivere». Soricelli ha invitato a non confondere il silenzio con la pace e a riconoscere che non ogni relazione può essere chiamata amore. «La fede non anestetizza il dolore – ha sottolineato – ma ci accompagna dentro le ferite. Anche Dio ha conosciuto la morte violenta del Figlio». Un passaggio forte è stato dedicato alla responsabilità collettiva: «Questa morte svela una cultura sbagliata, fatta di giustificazioni e mancanza di rispetto. Non possiamo limitarci a piangere: il dolore di oggi deve diventare impegno».
Il saluto della città
Al termine della funzione, il poeta cavese Enzo Tafuri ha recitato una poesia dedicata ad Anna, mentre un lungo applauso ha accompagnato l’uscita del feretro dalla cattedrale. Il corteo funebre ha poi raggiunto la pasticceria di famiglia in via Della Repubblica, dove palloncini bianchi e cuori rossi sono stati liberati nel cielo.
«In questo vicolo risplenderà per sempre il tuo sorriso. Sarai la sposa di tutti», il messaggio lasciato dagli amici e dai commercianti della zona. Don Beniamino D’Arco, vicario generale dell’Arcidiocesi Amalfi–Cava de’ Tirreni, ha invitato al silenzio e al rispetto, soprattutto nel tempo dei commenti sui social. «Anna non va ricordata per come è morta – ha detto – ma per la persona che era, per la dolcezza e il segno che ha lasciato nella città». Un pensiero è stato rivolto anche a Diego Di Domenico: «Un gesto non definisce una persona – ha aggiunto il sacerdote – la magistratura farà il suo corso. Anche per lui, però, usiamo misericordia».
