Atrani chiede chiarezza sul fondo di dotazione dell’Azienda speciale Ascca: il revisore parla di integrazione, il sindaco Siravo solleva nuove criticità. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Azienda speciale Ascca, fondo da integrare: ad Atrani si accende il confronto
Non si arresta il confronto avviato dal Comune di Atrani sulla costituzione dell’Ascca, l’azienda speciale consortile Cava–Costa d’Amalfi destinata a subentrare al Piano di Zona nella gestione dei servizi sociali. Al centro della disputa resta il fondo di dotazione dell’ente, ritenuto insufficiente dall’amministrazione atranese.
Nei giorni scorsi il sindaco Michele Siravo ha ricevuto la risposta del revisore dei conti, Rocco Leo, alla richiesta di chiarimenti inoltrata alcune settimane fa. Nel documento il revisore evidenzia che il fondo di dotazione previsto per l’Azienda Speciale dovrà essere integrato al momento dell’avvio operativo. Un passaggio che, secondo il primo cittadino, confermerebbe implicitamente l’inadeguatezza dell’importo stabilito dopo la riduzione decisa dall’assemblea.
Il Comune, infatti, si era opposto sin dall’inizio al ridimensionamento del fondo, ritenendolo privo di una preventiva istruttoria e non supportato da un Piano economico-finanziario. Una scelta che, secondo l’amministrazione, espone i Comuni consorziati a rischi non adeguatamente valutati.
Nel suo riscontro, il revisore ricorda però che il Testo Unico degli Enti Locali non impone un importo minimo obbligatorio per il fondo iniziale di un’azienda speciale, lasciando la possibilità di adeguarlo nel tempo in base alle necessità gestionali.
La risposta
Dalla risposta ricevuta, il Comune di Atrani ritiene siano emersi ulteriori elementi di criticità tali da rendere necessario un ampliamento delle richieste di chiarimento. Ai tre quesiti già formulati, il sindaco Siravo ne ha aggiunti altri due. Il primo riguarda la gestione dei residui attivi e passivi del Piano di Zona, attualmente iscritti nel bilancio del Comune di Cava de’ Tirreni, che inevitabilmente avranno un impatto sulla situazione economico-finanziaria della nuova Azienda Speciale.
Il secondo punto sollevato concerne invece i criteri e l’istruttoria seguiti dal revisore per affermare la necessità di integrare il fondo e per individuare quale possa essere un importo considerato congruo. «Si tratta di aspetti fondamentali – sottolinea Siravo – perché non è pensabile chiedere ai Comuni soci di assumere impegni finanziari senza un quadro chiaro e definito».








