Il Mit stanzia oltre 4,3 milioni di euro per la riqualificazione di chiese in provincia di Salerno: quattro edifici di culto del Cilento tra i beneficiari. Lo riporta InfoCilento. Il provvedimento, firmato dal ministro Matteo Salvini, nasce dalle istanze presentate da parrocchie e diocesi e punta a preservare immobili che rappresentano non solo luoghi di fede, ma anche testimonianze artistiche e identitarie dei territori.
Nuove risorse per le chiese del Cilento: fondi Mit destinati a quattro comuni
Un importante sostegno alla tutela del patrimonio storico e religioso arriva per la provincia di Salerno. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha assegnato alla Campania oltre 4,3 milioni di euro per interventi di manutenzione, conservazione e messa in sicurezza di edifici di culto nel triennio 2025-2027. Il provvedimento, firmato dal ministro Matteo Salvini, nasce dalle istanze presentate da parrocchie e diocesi e punta a preservare immobili che rappresentano non solo luoghi di fede, ma anche testimonianze artistiche e identitarie dei territori. Particolare attenzione è rivolta al Cilento, dove quattro chiese della provincia di Salerno rientrano nel piano di finanziamento. Le risorse serviranno a eseguire lavori strutturali e interventi di riqualificazione su edifici di rilevante valore storico e simbolico per le comunità locali.
Nel dettaglio, il Santuario di Santa Sofia in località Poderia, nel comune di Celle di Bulgheria, beneficerà di fondi destinati alla conservazione della struttura. A Roccagloriosa, nella frazione Acquavena, sono previsti interventi sulla Chiesa di Maria SS. Potentissima, punto di riferimento religioso per il territorio. A Marina di Camerota, il finanziamento interesserà la Chiesa di Sant’Alfonso, mentre a Casaletto Spartano il Santuario di Santa Maria della Stella rientra nel programma di manutenzione straordinaria previsto dal decreto ministeriale.
L’investimento mira a garantire la continuità della funzione sociale e religiosa di questi luoghi, spesso collocati in contesti geografici delicati o in piccoli centri, salvaguardando al tempo stesso un patrimonio culturale che rischia il degrado a causa del tempo e della carenza di risorse ordinarie.








