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Fonderie Pisano rileva l’ex stabilimento Arcelor: accordo firmato, 33 operai verso la riassunzione entro il 2027

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Fonderie Pisano

Secondo quanto riportato da Il Mattino, la vertenza che ha segnato per mesi il destino dello stabilimento ex Arcelor Mittal nella Valle del Calore approda a una svolta decisiva. Ieri, a Napoli, è stato formalizzato l’accordo sindacale tra Fonderie Pisano – che opererà attraverso la società Pi.Co – e le organizzazioni rappresentative dei metalmeccanici. La firma è arrivata al termine di un incontro coordinato dalla Regione Campania, alla presenza dell’assessore alle Attività produttive Antonio Marchiello, e sancisce l’ingresso del gruppo salernitano nel tessuto industriale irpino.

Fonderie Pisano rileva l’ex stabilimento Arcelor

L’intesa prevede la riattivazione dello stabilimento nell’area di San Mango sul Calore-Luogosano entro gennaio 2027. I 33 operai ex Arcelor saranno riassorbiti mantenendo il salario e, nel periodo di transizione, beneficeranno di Naspi integrata da un sostegno economico a carico dell’azienda, oltre a un percorso di formazione finalizzato alla nuova produzione. La fabbrica sarà riconvertita: non più acciaio, ma manufatti stradali in ghisa e componentistica di meccanica pesante. La proprietà ha inoltre annunciato processi a zero emissioni grazie all’utilizzo di forni elettrici, ponendo le basi per un impianto improntato a criteri green.

Il passaggio ufficiale dell’area produttiva da Arcelor a Pisano dovrà essere completato entro gennaio 2026. Nel frattempo, l’anno che precede la riapertura sarà dedicato alla messa a punto della linea produttiva e alle verifiche ambientali e tecniche necessarie per avviare il progetto.
Fiom Cgil e Fim Cisl hanno definito la giornata «di valore simbolico», ricollegandola alla vigilia dell’anniversario del terremoto del 1980 e al significato che la riapertura assume per una comunità segnata da decenni di crisi industriali. Le organizzazioni sindacali rivendicano «una mobilitazione che non si è mai arresa», nonostante le difficoltà delle scorse settimane e il fallimento delle trattative con il precedente imprenditore interessato.

La scelta della famiglia Pisano viene salutata come «un atto di fiducia verso un territorio che ha saputo resistere», frutto di un lavoro coordinato tra sindacati, istituzioni locali e rappresentanti politici. Ma l’appello finale è rivolto alle istituzioni: completare il percorso avviato con infrastrutture, servizi e politiche industriali capaci di sostenere davvero il rilancio dell’area.

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