Il 31 luglio, lo Studio legale S&P ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, chiedendo il rinvio alla Grande Camera per il caso riguardante l’inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento Fonderie Pisano a Salerno. La richiesta mira a ottenere una revisione della sentenza emessa il 6 maggio dalla Prima Sezione della Corte di Strasburgo, che aveva riconosciuto la violazione del diritto al rispetto della vita privata (art. 8 CEDU) ma non aveva ritenuto necessario esaminare la violazione del diritto alla vita (art. 2 CEDU), né aveva concesso un risarcimento pecuniario alle vittime.
La decisione della Corte di Strasburgo
Secondo Andrea Saccucci, avvocato di S&P, la sentenza della Corte è stata di grande importanza, ma necessitava di alcune correzioni. Il team legale ha contestato in particolare l’esclusione del diritto alla vita tra i diritti violati e il mancato riconoscimento di un indennizzo per i danni subiti dai ricorrenti. Saccucci ha sottolineato che la Corte stessa ha riconosciuto che l’esposizione prolungata agli agenti nocivi ha reso i residenti più vulnerabili a malattie, e ha quindi sollevato l’esigenza di un pieno riconoscimento giuridico ed economico della situazione.
Riferimento al caso “Cannavacciuolo” e analogie con le Fonderie Pisano
Il ricorso fa riferimento anche al caso “Cannavacciuolo e altri” del 30 gennaio, in cui la Corte ha applicato l’articolo 2 della Convenzione europea per la protezione della vita in caso di “rischio serio e imminente” per la vita. Gli avvocati ritengono che anche nel caso delle Fonderie Pisano esistano circostanze analoghe, con evidenze scientifiche ed epidemiologiche che documentano l’aumento dei metalli pesanti nel sangue dei residenti e il rischio oncologico derivante dall’inquinamento ambientale.
La questione dell’indennizzo
Un altro aspetto fondamentale del ricorso riguarda la questione dell’indennizzo per danni non patrimoniali derivanti da gravi inquinamenti. La Corte, infatti, ha mostrato una giurisprudenza divisa su come riconoscere o negare il risarcimento, soprattutto in casi di inquinamento ambientale grave. Lo Studio S&P chiede alla Grande Camera di chiarire i criteri con cui la Corte riconosce tale risarcimento, sostenendo che vi sia una necessità di un orientamento univoco su questa materia.
Il futuro del caso Fonderie Pisano
Il ricorso alla Grande Camera rappresenta un passo cruciale per i ricorrenti, che sperano di ottenere un giusto riconoscimento per le violazioni dei loro diritti. La richiesta di riesame, se accolta, potrebbe avere importanti implicazioni non solo per il caso delle Fonderie Pisano, ma anche per altri casi di inquinamento ambientale simili in Europa.