Cronaca Salerno, Salerno

Fonderie Pisano, nessuna trattativa con Arcelor Mittal: smentita l’ipotesi di un nuovo sito in Irpinia

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Fonderie Pisano

Secondo quanto riportato da Il Mattino, non esiste al momento alcuna trattativa né contatto operativo tra le Fonderie Pisano e Arcelor Mittal in merito al futuro dello stabilimento di Avellino.

La società salernitana ha infatti smentito categoricamente le indiscrezioni che ipotizzavano l’apertura di un nuovo impianto nella Valle del Calore o un possibile trasferimento dell’attività di Fratte nella zona industriale di San Mango sul Calore-Luogosano. Nessun progetto di delocalizzazione, dunque, e nessuna intesa con il colosso siderurgico lussemburghese.

Fonderie Pisano, nessuna trattativa con Arcelor Mittal

Da via dei Greci, sede storica dell’azienda guidata dall’ingegnere Ciro Pisano, si parla di semplice riserbo, ma non di incontri concreti. «Se un confronto c’è stato – trapela da ambienti vicini alla proprietà – non si può certo definire operativo». L’impresa resta quindi concentrata sulle due partite più urgenti: il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) avviato dalla Regione Campania e la presentazione del Piano urbanistico attuativo (Pua) al Comune di Salerno per la riconversione dell’area oggi occupata dalle fonderie.

La vicenda si inserisce in un contesto complesso che da anni accompagna i tentativi di rilancio e trasferimento dello stabilimento. Le Fonderie Pisano, impegnate a progettare un nuovo impianto di ultima generazione con forni a induzione e tecnologie a basso impatto ambientale, hanno ricevuto ripetuti dinieghi: da Giffoni a Campagna, da Buccino a Sordina, ogni ipotesi di delocalizzazione è stata respinta. In particolare, a Buccino l’operazione fu bloccata dal Consiglio di Stato, nonostante l’acquisto di un lotto specificamente destinato alla nuova fabbrica.

Le difficoltà avrebbero spinto il gruppo a valutare diverse soluzioni, tra cui – secondo indiscrezioni – la chiusura definitiva dell’impianto di Fratte o il trasferimento delle attività nello stabilimento di proprietà situato a Foggia. Nel frattempo, il tempo stringe: i sei mesi concessi dalla Regione per il riesame dell’Aia stanno per scadere, e entro metà novembre l’azienda dovrà integrare la documentazione richiesta.

Per ottenere il rinnovo, le Fonderie dovranno dimostrare l’adeguamento alle Bat conclusion, le migliori tecniche disponibili previste dalle normative europee, garantendo standard più elevati di tutela ambientale. Un processo complicato, reso ancor più teso dalle contestazioni dell’associazione “Salute e Vita”, che ha annunciato nuove iniziative di opposizione.

Parallelamente, resta in sospeso il Pua che consentirebbe di trasformare l’area di via dei Greci – ormai classificata come zona residenziale dal 2006 – in un quartiere urbano con funzioni abitative. Tuttavia, la sua approvazione è subordinata al mantenimento dei livelli occupazionali: prima di chiudere lo stabilimento, i circa 120 lavoratori dovranno avere una nuova collocazione o essere impiegati nel futuro sito produttivo, ancora tutto da individuare.

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