Cronaca Salerno, Salerno

Fonderie Pisano, ancora incertezza sul futuro: nessuna area disponibile e tempi lunghi per una soluzione definitiva

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Fonderie Pisano
Fonderie Pisano

All’indomani del tavolo tecnico convocato a Palazzo di Città sul futuro delle Fonderie Pisano, persistono numerose incertezze. In particolare, restano aperti gli interrogativi su come l’Italia intenda dare attuazione alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che, lo scorso anno, ha condannato lo Stato per violazione dell’articolo 8 della Convenzione, relativo al rispetto della vita privata e familiare. La Corte ha riconosciuto i danni subiti dai cittadini residenti nell’area di Fratte a causa dell’attività industriale dello stabilimento salernitano come riportato dal quotidiano Il Mattino.

Fonderie Pisano, ancora incertezza sul futuro

Durante l’incontro istituzionale, non è emersa alcuna indicazione concreta su eventuali terreni disponibili all’interno dell’area industriale gestita dal Consorzio Asi di Salerno e provincia per accogliere un eventuale trasferimento dell’impianto. Anzi, il presidente del consorzio, Antonio Visconti, ha escluso l’esistenza, al momento, di lotti idonei a ospitare un sito produttivo con le caratteristiche previste nel progetto delle nuove Fonderie Pisano, inizialmente pensato per l’area industriale del Comune di Buccino.

Si è fatto cenno, tuttavia, alla possibile disponibilità di un terreno privato dismesso situato nel cuore della zona industriale salernitana. A parlarne è stato lo Studio legale Schillaci, che ha ipotizzato l’esistenza di un’area di circa 70mila metri quadrati che, previo accordo economico tra le parti e a seguito delle necessarie verifiche tecniche, potrebbe rappresentare una soluzione percorribile. Al momento, però, non sono giunte conferme ufficiali: si tratterebbe, infatti, di una trattativa esclusivamente tra soggetti privati, alla quale eventualmente seguirebbero le verifiche e le autorizzazioni da parte del Consorzio Asi e della Regione Campania.

Quel che appare chiaro è che, al netto delle ipotesi in campo, i tempi per giungere a una soluzione definitiva restano lunghi. La Corte europea ha lasciato allo Stato italiano la libertà di scelta sul metodo da adottare: si potrà optare per strumenti coercitivi previsti dalla normativa nazionale oppure avviare un percorso negoziale con la società per individuare una soluzione condivisa. Le vie possibili restano due: la delocalizzazione dello stabilimento o un adeguamento tecnologico tale da rendere compatibile l’attuale impianto con l’ambiente circostante.

Proprio quest’ultima opzione sembrerebbe teoricamente più rapida, secondo i giudici di Strasburgo. In tal senso, le Fonderie Pisano hanno già avviato l’ammodernamento degli impianti, con la progressiva dismissione dei forni a carbon coke e la loro sostituzione con forni a induzione, meno impattanti dal punto di vista ambientale. Tuttavia, questa ipotesi non è attualmente considerata praticabile dall’amministrazione comunale. Il sindaco di Salerno, Enzo Napoli, ha più volte ribadito che l’impianto di Fratte deve essere dismesso e che non è più compatibile con la destinazione residenziale dell’area.

Di fronte all’impasse, Comune e Regione sembrano voler demandare al Ministero dell’Ambiente il compito di fornire una valutazione definitiva sull’impatto ambientale dello stabilimento di via dei Greci. Una decisione attesa da tempo, che potrebbe chiarire il quadro normativo e tecnico entro cui muoversi per rispettare le prescrizioni europee. Nel frattempo, l’incertezza sul futuro delle Fonderie Pisano continua, con tempi lunghi e soluzioni ancora tutte da costruire.

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