Cronaca Salerno, Salerno

Fisco aggirato con cooperative fittizie: in 20 a processo per una maxi evasione da 77 milioni

Cittadella giudiziaria Salerno
La Cittadella giudiziaria di Salerno
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Un vasto sistema di elusione fiscale basato sull’uso strumentale di cooperative formalmente autonome ma, secondo l’accusa, strettamente riconducibili a un’unica realtà imprenditoriale. È quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Salerno a conclusione di un’indagine che ha portato al rinvio a giudizio di una ventina di persone, accusate a vario titolo di reati tributari, con un danno complessivo per l’erario quantificato in oltre 77 milioni di euro come riportato dal quotidiano Il Mattino.

Fisco aggirato con cooperative fittizie: in 20 a processo

Al centro dell’inchiesta figura il gruppo imprenditoriale facente capo a Giovanni Attanasio, noto nel settore dei servizi e della logistica, già destinatario di un procedimento separato. Tra gli imputati, oltre a diversi collaboratori fidati, compaiono anche le figlie dell’imprenditore, Alessia Lucrezia e Ivana Attanasio. L’udienza preliminare si è conclusa con il rinvio a giudizio deciso dal gup Gerardina Romaniello; il processo inizierà nel prossimo mese di ottobre.

Secondo la ricostruzione formulata dai pubblici ministeri Simone Teti e Guglielmo Valenti, il sistema prevedeva la costituzione di cooperative che, pur risultando indipendenti, operavano di fatto per conto della società madre – la Natana – attiva nei settori della pulizia, facchinaggio e logistica. Le cooperative, incaricate formalmente della prestazione di servizi, incassavano i compensi ma omettevano la presentazione delle dichiarazioni fiscali e il versamento dei tributi dovuti. Successivamente, cessavano l’attività trasferendo le somme alla società principale.

Due, in particolare, i meccanismi contestati: il primo basato sull’assunzione diretta del servizio da parte delle coop, le quali, cessando in tempi brevi l’attività, evitavano il rispetto degli obblighi fiscali; il secondo, imperniato sul ricorso a subappalti con fittizie prestazioni assoggettate ad IVA, che consentivano alla società madre di scaricare costi e maturare indebiti crediti fiscali. Questo schema, oltre a determinare una consistente evasione, avrebbe generato un vantaggio competitivo scorretto rispetto ad altre imprese del settore.

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