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Femminicidio di Anna Tagliaferri, il Centro Leucosia: “Un fallimento collettivo”

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Anna Tagliaferri

Il Centro Antiviolenza Leucosia interviene con parole nette sul femminicidio di Anna Tagliaferri, avvenuto a Cava de’ Tirreni. In una nota diffusa alla stampa, la responsabile Michela Masucci richiama l’attenzione sulle responsabilità sociali e istituzionali che emergono da una tragedia che ha scosso l’intera comunità.

Una violenza che attraversa ogni contesto

Secondo Masucci, il caso di Anna Tagliaferri dimostra ancora una volta che la violenza di genere è trasversale e non risparmia nessuna condizione sociale o professionale. “Anna era una donna stimata, con una carriera riconosciuta, apprezzata per la sua dedizione e per la sua gentilezza“, sottolinea la responsabile del centro.

Ma chi lavora nei Centri Antiviolenza sa bene che la violenza maschile contro le donne non è leggibile dallo status o dal ruolo sociale.

Il cordoglio e l’analisi del sistema

Il messaggio del Centro Leucosia unisce il cordoglio per la vittima a una riflessione più ampia. “La morte di Anna – come quella di ogni donna uccisa da un uomo – rappresenta il fallimento di un intero sistema, culturale e istituzionale“, afferma Masucci. Un’accusa che chiama in causa chi ha potere di intervento e non agisce: “Ora basta. Chi può fare e non fa, è responsabile“.

Prevenzione e formazione: le azioni necessarie

L’associazione ribadisce l’urgenza di interventi integrati e strutturati, capaci di incidere realmente sulla prevenzione. Centrale, secondo Leucosia, è il tema della formazione specifica degli operatori chiamati a valutare il rischio di recidiva e l’escalation della violenza. “Serve preparazione in ogni ambito istituzionale per intervenire prima che sia troppo tardi e per non giustificare o minimizzare comportamenti aggressivi“, spiega Masucci.

Il ruolo dei Centri Antiviolenza

Nel documento viene riaffermata l’importanza dei Centri Antiviolenza come presidi fondamentali di ascolto e protezione. “Condannare i maltrattamenti e agire tempestivamente è l’unica strada per evitare che la violenza arrivi all’estremo del femminicidio“, conclude Masucci.

Cava de' Tirrenifemminicidio

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