Cronaca Salerno, Salerno

Femminicidi nel Cilento: tutti i casi del 2024 da Annalisa Rizzo a Silvia Nowak

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Annalisa Rizzo e Vincenzo Carnicelli
Annalisa Rizzo e Vincenzo Carnicelli

Femminicidi nel Cilento nel 2024: da Annalisa Rizzo ad Silvia Nowak, l’Italia conta 113 donne uccise, 99 in ambito familiare. Il fenomeno richiede interventi culturali e strutturali per fermare la violenza di genere.

Femminicidi nel Cilento: tutti i casi del 2024

Il tragico caso di Tina Sgarbini, trovata senza vita nel suo appartamento a Montecorvino Rovella, aggiunge un nuovo capitolo alla lunga serie di episodi di violenza contro le donne nel Salernitano. La donna, 47 anni, è stata uccisa per asfissia meccanica, secondo quanto emerso dalle indagini.

Nel Cilento, un’altra tragedia aveva scosso la comunità di Agropoli il 22 gennaio 2024: Annalisa Rizzo, 42 anni, fu colpita ripetutamente con un coltello durante una violenta lite familiare. L’autopsia rivelò ferite su braccia e torace, segni di un possibile tentativo di difesa. Il marito, Vincenzo Carnicelli, morì poco dopo dissanguato. Secondo gli inquirenti, i due coniugi erano probabilmente in procinto di separarsi. La figlia minore della coppia allertò le autorità la mattina successiva, trovando una scena drammatica. La dinamica dei fatti resta complessa e il procedimento è attualmente al vaglio del Gip.

Un altro episodio inquietante ha coinvolto Silvia Nowak, 53enne di nazionalità tedesca, il cui corpo fu ritrovato carbonizzato a ottobre 2024 a Ogliastro Marina. Dopo due mesi di indagini, il compagno della donna, Kai Dausel, è stato fermato e detenuto nel carcere di Ariano Irpino. Le analisi dei Ris di Roma hanno confermato la presenza di tracce ematiche riconducibili alla vittima, suggerendo movimenti dell’autore attraverso il retro della villetta. I numeri complessivi del 2024 in Italia sono drammatici: 113 donne uccise, di cui 99 in ambito familiare o affettivo. In particolare, 61 vittime sono morte per mano del partner o dell’ex partner. Nei primi mesi del 2025, si contano già 60 femminicidi.

Gli esperti sottolineano come il contrasto alla violenza di genere debba partire da famiglia, scuola e luoghi di lavoro, accompagnato da interventi strutturali e culturali. Una risposta collettiva che possa finalmente fermare una spirale di violenza che continua a mietere vittime innocenti.

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