Cronaca Salerno, Salerno

Febbre del Nilo, aumentano i casi in Campania: alcune aree a rischio anche in provincia di Salerno

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Foto di repertorio

Sono saliti a otto i casi accertati di infezione da virus West Nile in Campania. Cinque persone risultano attualmente ricoverate in ospedale, due delle quali all’ospedale Cotugno di Napoli e tre al Moscati di Aversa. Tre pazienti versano in gravi condizioni e uno di questi, colpito da encefalite, si trova in terapia intensiva. Il focolaio principale è stato individuato nella zona di Baia Domizia, in provincia di Caserta, ma l’attenzione si concentra ora anche su aree della provincia di Salerno, dove potrebbero esistere condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione del virus.

Febbre del Nilo, ecco le aree a rischio in provincia di Salerno

In particolare, sotto osservazione sono finite le zone di Persano e la foce del Sele, aree umide e ricche di vegetazione acquatica che rappresentano l’habitat ideale per la zanzara comune (Culex pipiens), principale vettore del virus. La trasmissione della Febbre del Nilo, infatti, non avviene da persona a persona, ma esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette. Per questo motivo, la sorveglianza entomologica e gli interventi di disinfestazione sono diventati prioritari per evitare una possibile estensione del contagio nel territorio salernitano.

In risposta all’emergenza, in diversi comuni del Casertano – tra cui Sessa Aurunca, Cellole e Orta di Atella – sono già partiti gli interventi straordinari di disinfestazione larvicida e adulticida. Operazioni simili potrebbero essere replicate anche in provincia di Salerno, in particolare nelle zone costiere e nelle aree fluviali dove il rischio di presenza di zanzare è più elevato. Attualmente, l’ASL Salerno monitora l’evolversi della situazione in coordinamento con le autorità regionali.

Le parole di De Luca

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha dichiarato che “non ci sono motivi di allarme generalizzato”, precisando che i casi segnalati finora sono “singoli episodi sotto controllo”. Tuttavia, ha aggiunto, si tratta di un tipo di contagio “nuovo per il nostro territorio” e, pertanto, “richiede la massima attenzione sul piano della prevenzione e della risposta sanitaria”.

La sorveglianza si estende anche al sistema trasfusionale: in tutti gli ospedali campani sono in corso controlli rigorosi sulle sacche di sangue destinate alle trasfusioni, per evitare eventuali contaminazioni indirette.

Nel 2023, in Campania erano stati registrati 11 casi di Febbre del Nilo, due dei quali con esito letale. I sintomi più comuni dell’infezione comprendono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, nausea, eruzioni cutanee e infiammazione agli occhi. Nella maggior parte dei casi l’infezione decorre in forma lieve, ma può assumere connotazioni neurologiche gravi – come encefalite o meningite – soprattutto nei soggetti anziani, immunodepressi o con patologie pregresse.

Le autorità sanitarie invitano la popolazione, in particolare nelle aree a rischio, ad adottare misure precauzionali: utilizzare repellenti contro le zanzare, installare zanzariere, eliminare ristagni d’acqua e segnalare eventuali sintomi sospetti ai medici di base. Restano quindi alte le misure di sorveglianza ambientale e sanitaria, anche nel Salernitano, per contenere un fenomeno che – pur non allarmante al momento – richiede un monitoraggio costante.

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