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Estorsione a un commerciante di Terzigno: 46enne arrestato dopo il tranello dei carabinieri

Salerno Carabinieri Matierno
Immagine di repertorio
Salerno Carabinieri Matierno

Da Il Mattino emerge un quadro dettagliato dell’operazione che ha portato all’arresto di un 46enne di Scafati, N.B., raggiunto da un’ordinanza di custodia ai domiciliari emessa dal Gip di Nocera Inferiore. L’uomo, anch’egli commerciante e già sottoposto all’obbligo di dimora per altre vicende giudiziarie, è accusato di aver estorto 9mila euro a un commerciante di Terzigno, titolare di un’attività proprio a Scafati, attraverso minacce di morte ripetute nel tempo.

Estorsione a un commerciante di Terzigno: 46enne arrestato

Secondo quanto ricostruito, le intimidazioni sarebbero state rivolte tramite messaggi e telefonate, con richieste di denaro motivate dall’asserita “responsabilità” dell’indagato sulla zona dove sorge l’attività della vittima. L’uomo avrebbe preteso una sorta di quota sui presunti guadagni illeciti che riteneva venissero prodotti nei pressi dell’esercizio commerciale, accusando il commerciante di permettere attività di spaccio all’esterno del negozio. Una ricostruzione contestata dalla vittima, che si è subito rivolta ai carabinieri, pur continuando a subire pressioni anche dopo la denuncia. La polizia giudiziaria ha infatti registrato numerosi messaggi minatori inviati dall’indagato.

A inizio novembre, il commerciante aveva già consegnato una prima somma di circa 3mila euro, temendo per la propria sicurezza e per quella della famiglia. La paura lo aveva portato a chiudere temporaneamente il negozio e ad allontanarsi da Scafati, arrivando perfino a dormire in un furgone pur di evitare ulteriori contatti. Le richieste, però, non si erano interrotte. Qualche settimana fa, attraverso WhatsApp, il 46enne avrebbe sollecitato un nuovo pagamento.

A quel punto i carabinieri hanno organizzato un servizio di controllo finalizzato a verificare la consegna del denaro. Per il primo incontro hanno monitorato gli spostamenti delle parti. Per il secondo appuntamento, fissato nel negozio di barbiere dell’indagato, i militari hanno predisposto un tranello: alla vittima sono state consegnate copie fotostatiche delle banconote, utilizzate per simulare il pagamento. Dopo la consegna, avvenuta come concordato, i carabinieri sono intervenuti e hanno fermato il 46enne, trovando riscontri diretti grazie alla numerazione delle banconote già fotografate in precedenza.

L’indagato, difeso dall’avvocato Gennaro De Gennaro, dovrà ora rispondere dell’accusa di estorsione aggravata. Le indagini proseguono per ricostruire l’intera sequenza dei fatti contestati e verificare eventuali ulteriori responsabilità.

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