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Esplosione falesia a Camerota: la Fondazione Vassallo chiede giustizia e condanna il silenzio delle istituzioni

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L'esplosione

Non si placa l’attenzione sulla vicenda dell’esplosione che nel 2023 ha interessato una porzione della falesia di Marina di Camerota, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Nonostante il rinvio al 19 ottobre 2025 dell’udienza preliminare davanti al Tribunale di Vallo della Lucania, la Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore continua a chiedere chiarezza sull’episodio e ribadisce la volontà di costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso.

Esplosione falesia a Camerota: la Fondazione Vassallo chiede giustizia

Al centro del caso, l’impiego di materiali esplosivi (tritolo) per interventi su un tratto di costa sottoposto a plurimi vincoli ambientali e paesaggistici: un’area tutelata come Sito di Interesse Comunitario (SIC), riconosciuta patrimonio UNESCO e parte integrante di un ecosistema delicato e di elevata rilevanza culturale. Sul banco degli imputati il sindaco di Camerota, Mario Salvatore Scarpitta, accusato di aver autorizzato lavori privi delle necessarie autorizzazioni.

La questione principale resta la qualificazione giuridica dei fatti. Diverse associazioni ambientaliste invocano il riconoscimento del disastro ambientale previsto dall’art. 452-bis del Codice Penale, ipotizzando gravi ripercussioni sull’ecosistema costiero. La difesa, invece, punta a circoscrivere il caso nell’ambito dell’illecito paesaggistico (art. 181 del Codice dei Beni Culturali), che comporta pene sensibilmente inferiori. La scelta tra le due interpretazioni influenzerà in modo determinante l’iter giudiziario e le eventuali responsabilità penali.

Nel frattempo, la Fondazione Vassallo punta il dito contro l’assenza di diverse istituzioni e enti pubblici nel procedimento. In particolare, il presidente Dario Vassallo ha espresso preoccupazione per il mancato coinvolgimento del Parco Nazionale, del Ministero dell’Ambiente, di Italia Nostra e del Comune di Ascea, territorio che ospita l’area archeologica di Elea-Velia.

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