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Emergenza ambientale sul litorale salernitano: alghe e temperature elevate mettono in crisi il mare e il turismo

Mare sporco tra Pastena e Torrione: proteste dopo il ripascimento

Il mare sporco a Salerno

Il litorale salernitano si trova a fronteggiare un nuovo stato di emergenza ambientale. Dopo gli episodi di sversamenti di idrocarburi riconducibili al traffico marittimo intensificato, un’altra criticità si sta manifestando in maniera sempre più evidente: l’anomala proliferazione algale favorita dal repentino riscaldamento delle acque come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Emergenza ambientale sul litorale salernitano: mare sporco anche in Costiera

Le segnalazioni giungono con particolare frequenza da alcune zone della fascia costiera orientale di Salerno – in particolare Torrione, Pastena e Mercatello – dove numerosi cittadini hanno documentato la presenza diffusa di chiazze di alghe in superficie, spesso associate a odori sgradevoli e materiale galleggiante in decomposizione. Il fenomeno è stato rilevato anche dall’imbarcazione ecologica “Spazzamare”, attiva nella raccolta di rifiuti in mare per conto di Salerno Pulita. Venerdì 4 luglio, l’equipaggio ha intercettato vaste formazioni vegetali verdi, segnale di una situazione in peggioramento.

I dati relativi alla temperatura marina confermano il quadro critico: se a inizio giugno l’acqua misurava intorno ai 22-23 gradi, negli ultimi giorni si sono raggiunte punte di 28-29 gradi. Un incremento di circa sei gradi in meno di un mese, che sta alterando gli equilibri dell’ecosistema marino e favorendo processi di decomposizione accelerata della materia organica, con conseguente impatto sulla qualità delle acque e sull’attrattività turistica della zona.

Le analisi condotte finora non indicano la presenza di agenti patogeni per l’uomo, ma il pericolo maggiore risiede nella trasformazione graduale e persistente dell’habitat costiero. Il connubio tra l’innalzamento della temperatura e l’inquinamento da scarichi marini sta determinando condizioni favorevoli alla crescita incontrollata delle alghe, che possono sfociare nella formazione di aree a basso tenore di ossigeno (zone ipossiche), dannose per la fauna marina.

Il fenomeno, sebbene noto in ambito mediterraneo, sta assumendo proporzioni insolite. La presenza abbondante di vegetazione in decomposizione lungo la battigia, se non gestita con tempestività, genera cattivi odori, favorisce la proliferazione di insetti e compromette la fruizione delle spiagge da parte di residenti e visitatori.

Anche in Costiera Amalfitana si registrano episodi analoghi. Nel pomeriggio di ieri, sul litorale di Maiori, l’avanzamento di scie di schiuma e alghe ha spinto numerosi turisti ad abbandonare la spiaggia. Secondo testimonianze raccolte sul posto, la massa algale era visibile già dal mattino, ma nel corso della giornata si è avvicinata pericolosamente alla riva, rendendo impossibile la balneazione.

Gli esperti confermano che l’aumento delle temperature marine, collegato ai cambiamenti climatici globali, agisce da catalizzatore per questi processi. La crisi ambientale che si sta sviluppando lungo la costa campana rappresenta, pertanto, un campanello d’allarme non solo per la tutela dell’ecosistema, ma anche per la tenuta del settore turistico, fortemente legato alla qualità del paesaggio e delle acque balneabili.

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