Polemiche ad Eboli dove un infermiere risulta regolarmente in servizio nonostante la moglie sia risultata positiva al Covid. L’uomo si reca in ospedale, lavorando in uno dei reparti con i pazienti “particolarmente” fragili come riportato dall’edizione odierna del quotidiano La Città.
Eboli, moglie positiva al Covid: infermiere al lavoro
La prudenza vorrebbe che l’operatore sanitario resti in isolamento, ma la legge dice altro. Dall’ospedale, infatti, fanno sapere che “La legge gli consente di effettuare i turni in reparto, ma deve fare un tampone ogni 48 ore. Se l’esito è negativo, può lavorare. In caso contrario deve restare a casa in isolamento”. Di fatto, la positività della moglie non gli vieta di lavorare in ospedale.
La polemica
In merito è intervenuto anche il sindacalista Rolando Scotillo: “Ho ricevuto decine di telefonate dai miei iscritti che si dicono preoccupati per i pazienti ricoverati ma anche per la salute del personale. Se l’infermiere avesse rispettato una decina di giorni di isolamento, si sarebbe risolto tutto senza creare agitazione o altri grattacapi in ospedale.
La legge consente all’infermiere di lavorare ma noi ne facciamo una questione di prudenza. Meglio se si fosse fermato e avesse rispettato un breve periodo di isolamento. Se esplodesse un focolaio, se qualche paziente venisse contagiato poi il clima si avvelenerebbe e ci sarebbero proteste e contestazioni. Ciò che consente la legge non sempre è la soluzione più saggia”.