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Eboli, il sindaco Conte smentisce le accuse di “parentopoli”: “Procedure regolari, la politica resta fuori dalle carriere comunali”

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Mario Conte, sindaco di Eboli

Il Comune di Eboli respinge con fermezza ogni accusa di favoritismi o interferenze nelle progressioni interne del personale. A seguito di un articolo apparso su un quotidiano che ipotizzava presunte irregolarità e casi di “parentopoli”, il sindaco Mario Conte ha diffuso una nota ufficiale per chiarire la posizione dell’amministrazione, definendo “ingiustificate e fuorvianti” le ricostruzioni diffuse.

Eboli, il sindaco Conte smentisce le accuse di “parentopoli”

Nel comunicato, Palazzo di Città ribadisce la piena trasparenza delle procedure e la totale estraneità della politica nella gestione delle carriere dei dipendenti comunali. “Sindaco, assessori e consiglieri – si legge nella nota – non sono mai intervenuti né intervengono nei procedimenti concorsuali o nei passaggi di categoria. Si tratta di processi amministrativi che ricadono esclusivamente sotto la responsabilità degli uffici competenti”.

La precisazione arriva anche in riferimento a una vicenda segnalata da una sigla sindacale, che aveva sollevato dubbi sulla correttezza di alcuni iter interni. L’amministrazione fa sapere che la questione è stata risolta dopo l’intervento diretto del primo cittadino, che ha chiesto al segretario generale di revocare un divieto di accesso agli atti inizialmente opposto “per mancanza di interesse legittimo”. Una scelta, spiega il Comune, dettata dalla volontà di assicurare la massima trasparenza.

Chiarimenti anche sulla progressione di un agente della Polizia Municipale, al centro delle contestazioni. Da Palazzo di Città si specifica che l’avanzamento è avvenuto attraverso una “progressione in deroga”, una procedura regolare che prevede l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo per il titolo di studio, senza che esso sia condizione necessaria per l’accesso alla categoria superiore.

L’amministrazione ha inoltre smentito la presunta pertinenza di una sentenza del TAR citata nell’articolo, precisando che “riguarda una diversa controversia tra due agenti e non ha alcuna relazione con la vicenda in esame”.

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