Nel cuore della costa ebolitana, un’imbarcazione di lusso, la MENSH II, giace abbandonata da novembre 2021 sulla spiaggia libera. Quella che una volta era una nave battente bandiera polacca, lunga quasi 24 metri, oggi rappresenta una ferita aperta nel paesaggio del Vallo di Diano. Trasformata da relitto marittimo a simbolo di incuria ambientale, la barca è ora un pericolo per la salute, l’ambiente e il decoro della zona.
La burocrazia che non interviene
Nonostante un’ordinanza firmata dal Sindaco Mario Conte subito dopo l’incidente, che ordinava alla società Neptunus Assets di rimuovere il relitto entro 30 giorni, sono passati quasi mille giorni senza che fosse fatto alcun intervento. Il relitto continua a corrodersi, insabbiato nell’indifferenza delle autorità competenti. La promessa di un intervento non è stata rispettata, e la situazione rimane critica.
La denuncia dei cittadini e l’inaccettabile inazione
Il relitto, ormai un’attrazione non autorizzata, è stato sfruttato come parco giochi dai ragazzi, rifugio per i senzatetto e rampa di lancio per tuffi pericolosi. Secondo un cittadino che ha filmato la situazione e inviato il video al deputato Francesco Emilio Borrelli, se la barca fosse stata su un lido privato, sarebbe stata rimossa rapidamente. “Così, però, il relitto affonda ogni giorno di più,” afferma l’autore della denuncia. Inoltre, i dubbi su dove siano finiti oli e carburanti non fanno che aggravare la situazione.
L’intervento di Francesco Emilio Borrelli e la pressione per la bonifica
Francesco Emilio Borrelli, parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra, ha annunciato un’interrogazione urgente al Ministero dell’Ambiente e alla Capitaneria di Porto. La richiesta è chiara: un intervento per bonificare l’area, ripristinare l’ambiente e accertare le responsabilità. “Non possiamo più accettare questo insulto al territorio. È uno scandalo che parla di abbandono e di impotenza amministrativa“, ha dichiarato Borrelli, sottolineando che lo Stato deve intervenire quando le istituzioni locali non riescono a far rispettare le leggi.
L’appello alla responsabilità e al rispetto dell’ambiente
Nel frattempo, gli operatori locali continuano a pulire la spiaggia, cercando di restituirle dignità. Ma il relitto resta lì, una presenza minacciosa che simbolizza la burocrazia inefficace. “Basta ruggine, basta silenzi“, conclude Borrelli, facendo appello alla responsabilità collettiva e all’intervento immediato dello Stato.