Si disfano della droga in Spagna ma vengono fermati di rientro in Italia: due militari della Guardia Costiera sono stati condannati a due anni di reclusione. La Corte di Appello ha concesso la sospensione della pena, accogliendo in parte il ricorso della difesa. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Droga dalla Spagna, condannati due militari: pena sospesa in appello
Due militari della Guardia Costiera sono stati condannati a due anni di reclusione per un tentativo di traffico di droga. La Corte d’Appello ha confermato la responsabilità, ma ha concesso la sospensione della pena, accogliendo in parte il ricorso presentato dalla difesa. Gli imputati, uno residente a Nocera Inferiore e l’altro originario della provincia di Napoli, erano stati fermati il 17 giugno 2020 dalla polizia sul raccordo autostradale Napoli Est a bordo di una Fiat 500, segnalata come possibile mezzo usato per il trasporto di stupefacenti.
La scoperta della polizia
Il controllo rivelò che l’auto presentava vani nascosti all’interno dei paraurti, ricavati per occultare la droga. Le indagini successive chiarirono che i due militari erano stati incaricati da terzi di trasportare circa 40 chili di hashish dalla Spagna. Durante l’interrogatorio, entrambi ammisero di essersi disfatti del carico in territorio iberico, dopo aver perso i contatti con i committenti. Il sequestro dei telefoni cellulari e l’analisi delle chat su Telegram permisero agli investigatori di ricostruire il viaggio: da Malaga a Valencia per caricare la droga. Proprio grazie a quelle coordinate, la polizia spagnola riuscì a recuperare il borsone con lo stupefacente.
Il verdetto e gli sviluppi
Gli imputati, incensurati, furono denunciati a piede libero e collaborarono con gli inquirenti sin dalle prime fasi. Per questo motivo, i giudici d’appello hanno disposto la sospensione della pena. La vicenda, però, non è conclusa: i due hanno presentato ricorso in Cassazione. Intanto, un anno dopo quell’episodio, la Procura di Napoli ha smantellato un vasto traffico di stupefacenti con base in Spagna, che riforniva Campania e Sicilia. Per quella filiera sono oggi sotto accusa venti persone, tra cui i presunti mandanti della missione affidata ai due militari.