È un vero e proprio terremoto quello che investe il sistema delle scuole paritarie in Campania dopo la messa in onda su Rai 3 dell’inchiesta “Far West”, condotta da Salvo Sottile. L’indagine televisiva, basata su telecamere nascoste e documenti esclusivi, ha messo in luce il funzionamento dei cosiddetti “diplomifici”, istituti privati dove, dietro pagamento di migliaia di euro, sarebbe possibile ottenere un diploma senza alcuna reale frequenza o attività didattica come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola..
Diplomifici, l’inchiesta di Rai 3 scuote la Campania: Pagani al centro del caso
Il servizio ha indicato Pagani come la “capitale” di questo fenomeno, simbolo di un sistema opaco che svuota di valore il titolo di studio e mina la credibilità dell’intero comparto formativo. Dalle immagini e dai documenti raccolti emergono esami simulati, classi fantasma, residenze fittizie e iscrizioni irregolari, sostenute da una rete di complicità e da un indotto economico fatto di trasporti, alloggi e intermediazioni. Una filiera parallela, secondo l’inchiesta, che trasforma l’istruzione in un’attività commerciale, sopravvissuta negli anni grazie a continui cambi di denominazione e nuove autorizzazioni regionali.
L’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, diretto da Ettore Acerra, ha confermato a Il Mattino che sono in corso verifiche e accertamenti approfonditi. Una scuola paritaria di Pagani è già stata chiusa per gravi irregolarità didattiche e amministrative, e ulteriori controlli sono stati annunciati in tutta la regione. «L’obiettivo – sottolineano da Palazzo Santa Lucia – è difendere la credibilità del sistema pubblico e garantire che ogni diploma corrisponda a un vero percorso di apprendimento».
Alla dimensione mediatica si affianca quella giudiziaria. Dopo la bocciatura del Tar di Salerno, il Consiglio di Stato – sezione settima – ha respinto il ricorso presentato da un istituto privato campano contro la revoca della parità scolastica disposta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’anno 2025/2026. Nella sentenza, firmata dal presidente Claudio Contessa e dal consigliere estensore Marco Valentini, i giudici hanno ribadito la piena legittimità dell’azione ministeriale, sottolineando «la priorità dell’interesse pubblico nella tutela della qualità del servizio educativo».
L’ordinanza specifica inoltre che non sussistono danni irreparabili per gli studenti, i quali potranno proseguire il percorso formativo in scuole regolari. L’istituto è stato condannato al pagamento di tremila euro di spese processuali.
Il doppio fronte, mediatico e giudiziario, segna dunque un passaggio decisivo. Da un lato la denuncia televisiva che accende i riflettori su pratiche distorsive radicate nel territorio; dall’altro la risposta istituzionale che riafferma la legalità e la trasparenza del sistema educativo. La Campania diventa così il primo banco di prova di una battaglia nazionale per restituire dignità al valore del diploma e all’intero percorso scolastico, che deve tornare a rappresentare ciò che è: il risultato di studio e impegno, non il prodotto di un mercato illegale.








