Estate 2025 segnata dalla crisi idrica in provincia di Salerno. Le aree interne in emergenza, chiusure dei serbatoi ogni 3-4 giorni. Costa e Cilento meglio grazie a nuovi pozzi e potabilizzatori. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Crisi idrica estiva: l’entroterra della provincia di Salerno fatica, la costa salva i turisti con nuove fonti
L’estate 2025 si conferma tra le più critiche per l’approvvigionamento idrico nella provincia di Salerno. Secondo solo al 2017 per gravità, il calo delle risorse sta mostrando effetti significativi soprattutto nei comuni gestiti dal consorzio Asis, alimentato dalle sorgenti del Basso e Alto Sele. Per i 400mila abitanti serviti dall’acquedotto, lo scenario è diviso in due: le zone costiere riescono a reggere, mentre le aree interne sono in seria difficoltà.
Basso Sele: criticità contenute
Nella zona del basso Sele, che va dalla Piana del Sele fino a Salerno, e dall’area ai confini col Cilento fino ad Agropoli e Montecorice, la situazione è sotto controllo. La sorgente Senerchiella, capace di erogare 1.600 litri al secondo, anche se attualmente in calo di circa 150 litri, permette comunque di sostenere la domanda crescente legata all’aumento del turismo balneare. Interventi infrastrutturali già completati nella Piana, tra Eboli e Battipaglia, hanno contribuito a ridurre l’impatto della crisi, garantendo rifornimenti costanti alle località di mare.
Alto Sele e aree interne in emergenza
Più complessa la condizione nei 35 comuni dell’Alto Sele, del Tanagro, del Calore e degli Alburni. Qui le sorgenti operano al 50% della loro capacità, e ciò costringe l’Asis a programmare chiusure dei serbatoi ogni quattro giorni, con probabile passaggio a interruzioni notturne ogni tre giorni.
L’amministrazione dell’Asis, con il presidente Mimmo Di Maio e l’ad Italo Lullo, ha attivato un tavolo tecnico permanente per monitorare l’evoluzione della situazione. Il caldo persistente e l’assenza di piogge fanno temere ulteriori riduzioni fino a settembre-ottobre, quando però i consumi inizieranno a calare.
Salerno e Costiera: meno acqua, ma si resiste
Anche Salerno subisce tagli: riceve 440 litri al secondo contro i 500 previsti. Questo impatta anche sulla Costiera Amalfitana, rifornita dall’Ausino, che ora deve fare i conti con forniture ridotte. Le criticità si concentrano soprattutto nelle zone più elevate, dove la pressione scarseggia.
Cilento: la strategia dei pozzi e potabilizzatori
Diversa la situazione nel Cilento e nel Vallo di Diano, serviti dal gestore Consac. La riduzione delle falde è stata controbilanciata dall’attivazione simultanea dei tre potabilizzatori e da tre nuovi pozzi di approvvigionamento, permettendo finora di evitare qualsiasi chiusura programmata. Il presidente di Consac, Gennaro Maione, si mostra cauto ma fiducioso: la tempestiva attivazione di fonti alternative ha permesso di fronteggiare l’emergenza. Nonostante la tenuta attuale, Maione sottolinea la necessità di una pianificazione a lungo termine, già avviata con progetti in corso volti a potenziare le forniture soprattutto nelle aree dell’Alto Sele.