Sono trascorsi quattro anni dalla chiusura del Ponte di Caiazzano, tra Padula e Sassano, e la pazienza dei cittadini del Vallo di Diano è ormai al limite. Quella che doveva essere una misura temporanea di sicurezza si è trasformata in un’assenza prolungata di risposte, con pesanti ripercussioni sulla mobilità e sull’economia locale.
Il corteo pacifico del 29 ottobre
Per ricordare questo lungo stop, e soprattutto per sollecitare le istituzioni, il 29 ottobre si terrà un corteo pacifico che partirà alle 15:30 dal piazzale della parrocchia di Sant’Alfonso a Padula per raggiungere a piedi l’area del ponte, chiuso dal 2021 per disposizione della Provincia di Salerno.
La manifestazione, aperta a cittadini, associazioni e amministratori locali, intende essere un momento di denuncia civile ma anche di unità, per chiedere un intervento concreto che restituisca al territorio una via di collegamento fondamentale.
Quattro anni di disagi e promesse mancate
La chiusura del ponte, motivata da problemi di sicurezza strutturale, avrebbe dovuto durare pochi mesi. Ma a distanza di quattro anni, nessun cantiere è stato avviato. I residenti lamentano difficoltà quotidiane: studenti costretti a lunghi percorsi alternativi, lavoratori penalizzati negli spostamenti e imprese locali danneggiate dalla mancanza di un collegamento diretto tra Padula e Sassano.
Le richieste degli organizzatori
Gli organizzatori del corteo chiedono “serietà e concretezza” agli enti competenti, invitando la Regione Campania e la Provincia di Salerno ad accelerare i tempi di riapertura. Tra i promotori dell’iniziativa figura anche il giornalista Pietro Cusati, che ha lanciato un appello ai candidati alle prossime elezioni regionali, chiedendo di inserire il completamento del ponte tra le priorità della nuova amministrazione.
Un simbolo di abbandono ma anche di speranza
Il Ponte di Caiazzano è diventato negli anni il simbolo di un territorio che non vuole più restare ai margini. Il corteo del 29 ottobre non sarà solo una protesta, ma un gesto collettivo per ricordare che il Vallo di Diano merita infrastrutture sicure e funzionanti, a garanzia del diritto alla mobilità e dello sviluppo economico.








