Alla Comunità Montana Alento Montestella esplode la polemica dopo una delibera che obbliga alcune dipendenti a scegliere tra il proprio lavoro e il mandato di consigliere comunale. Una decisione che ha sollevato dure reazioni, considerate da più parti una violazione dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione italiana.
La posizione dei sindacati
Il segretario generale della Cisl Fp Salerno, Miro Amatruda, ha denunciato la gravità del provvedimento: “Non si può chiedere a due lavoratrici di rinunciare al diritto di rappresentare i propri concittadini. Qui si rischia di calpestare principi costituzionali tutelati dalla legge”.
Anche Marilina Cortazzi, segretaria generale della Cisl Salerno, ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Salerno, sottolineando la necessità di risolvere rapidamente la questione senza trasformare un diritto democratico in un ostacolo burocratico.
“Delibera priva di fondamento”
Sulla vicenda è intervenuto anche Michele Alessio, segretario generale della Fai Cisl Salerno, richiamando il parere del Ministero degli Interni: l’incompatibilità riguarda esclusivamente i sindaci che fanno parte del consiglio della Comunità Montana, non i consiglieri comunali. “Per questo motivo la delibera va ritirata immediatamente”, ha affermato.
Il sindaco di Rutino, Giuseppe Rotolo, ha preso le difese delle due lavoratrici coinvolte, sottolineando che il problema riguarda l’intera comunità: “Non possiamo permettere che un atto amministrativo limiti la democrazia nei nostri piccoli comuni. Se non ci sarà un passo indietro, tuteleremo i diritti dei cittadini anche in sede legale”.
Una questione di diritti costituzionali
La vicenda apre un dibattito più ampio sulla tutela dei diritti dei lavoratori che ricoprono incarichi istituzionali nei piccoli comuni, dove la partecipazione civica rappresenta un pilastro fondamentale della democrazia. La richiesta unanime di sindacati e amministratori è chiara: rivedere la decisione per ristabilire equilibrio, legalità e rispetto dei principi costituzionali.