Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni lancia un piano triennale per contenere l’emergenza cinghiali: 5mila abbattimenti l’anno, recinzioni e cacciatori formati. Agricoltori sfiduciati. Lo riporta SalernoToday.
Cilento, piano triennale per contenere l’emergenza cinghiali
Danni ai raccolti, incidenti stradali e un numero crescente di denunce. È lo scenario allarmante che ha spinto il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ad approvare un nuovo piano triennale di contenimento dei cinghiali, che prevede l’abbattimento di 5mila esemplari all’anno, l’impiego di 300 nuovi cacciatori specializzati, reti elettrificate per un valore di quasi 600mila euro e un pacchetto di misure per tentare di arginare l’emergenza. Una situazione che si è aggravata anche a causa della peste suina africana, già rilevata in alcune zone del Parco e che, sebbene non pericolosa per l’uomo, rischia di compromettere seriamente la fauna selvatica e gli allevamenti.
Danni crescenti e sfiducia tra gli agricoltori
L’8,32% dei terreni agricoli all’interno dell’area protetta risulta compromesso dalla presenza massiccia dei cinghiali. Perdite economiche e abbandono delle coltivazioni sono all’ordine del giorno. Tra il 2021 e il 2024, sono state 883 le denunce per danni alle colture, per un totale di 217mila euro in indennizzi, a fronte di 270mila euro già spesi nel 2023 per l’acquisto di recinzioni elettrificate e altri 320mila euro stanziati per il 2024. Nonostante gli sforzi, la fiducia degli agricoltori è in crisi. Alcuni lamentano l’inefficacia degli indennizzi, altri ne criticano la burocrazia o li percepiscono come meri strumenti assistenziali.
Trappole, selezione notturna e tecnologia
Il piano, redatto dal professor Domenico Fulgione dell’Università Federico II, prevede l’impiego delle trappole “Pig Brig”, reti circolari in nylon che hanno già dimostrato la loro efficacia in otto comuni (tra cui Sassano, Padula e Casaletto Spartano), consentendo la cattura di gruppi fino a 15 esemplari.
Oltre alle tecniche di cattura, saranno intensificati gli abbattimenti selettivi anche nelle ore notturne, in particolare nelle zone affette dalla peste suina. L’obiettivo è colpire soprattutto le femmine in età riproduttiva, considerate l’anello chiave della crescita demografica del branco.
Previsto anche il coinvolgimento di conduttori con cani da traccia per il recupero degli animali feriti, così da garantire interventi più etici ed efficaci. Dei 254 selecontrollori abilitati, solo la metà risulta però realmente attiva: per questo motivo sono 500 i nuovi operatori formati, di cui 300 pronti a entrare in azione. Il tutto sarà monitorato attraverso l’app Xcaccia, introdotta nel 2024 per coordinare digitalmente le operazioni.
Incidenti in aumento: rischio anche per la sicurezza stradale
Nel periodo 2021-2024, gli incidenti stradali causati da cinghiali sono quadruplicati, passando da 15 a 60 all’anno, con picchi nelle zone di Punta Licosa e degli Alburni. Per contrastare il fenomeno, il Parco installerà nuova segnaletica nei punti critici, basandosi sulle mappe di densità degli animali.
Peste suina: massima allerta
La diffusione della peste suina africana ha reso ancora più urgente il contenimento. Oltre al divieto assoluto di traslocare animali vivi, il piano introduce zone a protocollo rigido, dove le battute in movimento sono vietate per evitare la dispersione del virus. Gli abbattimenti in queste aree saranno effettuati da postazioni fisse, durante tutto l’anno.
Un patto tra istituzioni e cittadini
Più che i danni materiali, è la sfiducia reciproca tra le comunità locali e l’Ente Parco a rappresentare un ostacolo. Il piano mira dunque anche a ricostruire il rapporto con i territori, attraverso incontri pubblici, sportelli digitali, progetti scolastici e una maggiore trasparenza nella filiera della carne abbattuta. Tra le azioni previste: semplificare le procedure per gli indennizzi, coinvolgere le scuole, creare un sito web dedicato e produrre materiale divulgativo per far conoscere il lavoro svolto. Il tutto per trasformare la narrazione di impotenza in una strategia condivisa.