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Ponte Caiazzano, Pellegrino attacca: “Mi sono stancato, quattro anni di chiusura tra Padula e Sassano. Chi risarcirà famiglie e imprese?”

Campania piano di rientro Pellegrino
Tommaso Pellegrino
Campania piano di rientro Pellegrino

Tommaso Pellegrino denuncia in Consiglio Regionale la lunga chiusura del Ponte Caiazzano tra Padula e Sassano: “Quattro anni di ritardi e disagi. Servono chiarezza, risarcimenti e scadenze certe”.

Pellegrino: “Mi sono stancato, quattro anni di attese per il Ponte Caiazzano”

Toni duri in Consiglio Regionale della Campania da parte del consigliere Tommaso Pellegrino, che durante il Question Time ha denunciato l’ennesimo ritardo legato al Ponte Caiazzano, chiuso dal 2021 tra i comuni di Padula e Sassano, nel cuore del Vallo di Diano. Una chiusura, ha affermato, che rappresenta “una ferita ancora aperta per il territorio e per le comunità locali”. “Tra Padula e Sassano – ha dichiarato Pellegrino – esiste un ponte di appena cinquanta metri, chiuso da quattro anni. Un’infrastruttura vitale per cittadini e imprese, lasciata nel più totale abbandono. È inaccettabile che una situazione del genere prosegua senza spiegazioni concrete”.

Nel suo intervento, il consigliere ha puntato il dito contro la Provincia di Salerno, responsabile della gestione dell’opera: “Il ponte fu chiuso in seguito a una perizia tecnica discutibile, mentre i fondi regionali erano già disponibili. La Regione Campania – ha ricordato – aveva stanziato risorse e garantito copertura economica fin dal primo momento”.

Pellegrino ha poi ricostruito l’intero iter dell’intervento, evidenziando una lunga serie di ritardi e inefficienze: “La gara d’appalto è partita con due anni di ritardo, tra interruzioni e problemi con i sottoservizi che hanno bloccato tutto. Ogni scadenza annunciata è stata disattesa, senza che nessuno si assumesse responsabilità”.

La polemica

A riaccendere la polemica, una recente dichiarazione del dirigente dell’Ufficio tecnico provinciale che ha parlato di “sorprese geologiche”. “Dopo quattro anni – ha ribadito Pellegrino – ci si giustifica ancora con imprevisti tecnici. Non è accettabile. I lavori non procedono normalmente: serve trasparenza, serietà e rispetto per i cittadini”.

Il consigliere ha inoltre chiesto di accertare i danni economici subiti da famiglie e imprese: “Chi risarcirà chi ha perso tempo, lavoro e risorse? Le prove di carico andavano fatte prima della demolizione, non dopo. È necessario chiarire le responsabilità e fissare scadenze certe. Anche la segnaletica, in questa vicenda, mostra segni di totale disattenzione”.

Appello alla responsabilità politica

Pellegrino ha concluso con un appello alla responsabilità politica: “Mi sono stancato. Non possiamo continuare a scaricare tutto sui cittadini. I Comuni avevano proposto di realizzare direttamente l’opera, ma la Provincia si è opposta. Ora servono trasparenza, scuse e indennizzi. Spero che la politica intervenga prima che debba farlo la magistratura”. Un intervento deciso, che riporta all’attenzione pubblica una vicenda emblematica del ritardo infrastrutturale che da anni penalizza il territorio del Vallo di Diano.

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