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Cellulare in cella, condanna definitiva per detenuto salernitano: la Cassazione respinge il ricorso

Airola scabbia carcere

Immagine di repertorio

La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna nei confronti di un 50enne salernitano, detenuto presso la casa circondariale di Salerno, trovato in possesso di un telefono cellulare all’interno della struttura penitenziaria come riportato da SalernoToday.

Il ricorso presentato dalla difesa è stato rigettato, rendendo esecutiva la sentenza pronunciata l’11 marzo 2025 dalla Corte di Appello di Salerno, che aveva riconosciuto l’uomo colpevole del reato di accesso indebito a dispositivi di comunicazione non consentiti in carcere.

Cellulare in cella, condanna definitiva per detenuto salernitano

Secondo quanto ricostruito nell’iter processuale, l’apparecchio era stato rinvenuto durante un controllo effettuato dagli agenti della polizia penitenziaria. Il telefono era nella disponibilità del detenuto, ma dalle verifiche era emerso che lo stesso era utilizzato anche da altri compagni di cella. Questo elemento ha avuto un peso significativo nel giudizio, poiché ha ampliato la portata della violazione, non ristretta alla sola sfera personale dell’imputato.

La difesa aveva sostenuto che l’uomo avesse fatto uso del telefono al solo scopo di mantenere contatti con la famiglia, in particolare durante il periodo di emergenza sanitaria dovuto alla pandemia, quando le visite in presenza risultavano limitate e soggette a misure restrittive. Tale giustificazione non ha tuttavia trovato riscontro nei giudici della Suprema Corte, che l’hanno definita una mera dichiarazione difensiva non supportata da elementi oggettivi.

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