Nuovi sviluppi nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno sulla bomba esplosa nella notte del 10 marzo scorso davanti al Municipio di Castel San Giorgio e sul successivo agguato a colpi di pistola avvenuto tre mesi dopo. La Procura ha disposto accertamenti irripetibili su una Fiat Panda, ritenuta centrale per entrambe le vicende come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Castel San Giorgio, indagini sulla bomba in Comune
L’ordigno artigianale fu collocato all’ingresso della casa comunale da un uomo in sella a uno scooter. L’esplosione, avvenuta intorno alle 2 del mattino, provocò danni ingenti al portone principale, alla macchina marcatempo interna e a diversi vetri, compresi quelli di un’abitazione vicina. Cinque persone risultano indagate per quell’attentato, accusate di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso. Secondo l’accusa, infatti, l’azione colpì un immobile destinato a pubblico servizio e tutelato dalla pubblica fede. Uno degli indagati sarebbe stato anche in possesso di un’arma da fuoco mai rinvenuta.
L’agguato di giugno
Il 6 giugno, a Mercato San Severino, due dei cinque sospettati dell’attentato al Municipio furono bersaglio di un agguato armato. Mentre viaggiavano a bordo della Fiat Panda ora sotto esame, il veicolo fu raggiunto da una raffica di proiettili esplosi da almeno tre persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era l’uccisione dei due giovani, uno dei quali rimase ferito. Gli aggressori sono accusati di tentato omicidio in un procedimento parallelo a quello sull’esplosione della bomba.
La Fiat Panda fu sequestrata il 7 giugno, il giorno successivo all’agguato. Nei prossimi giorni saranno condotte analisi dattiloscopiche e biologiche per rilevare impronte digitali, tracce organiche e residui di polvere da sparo. Gli investigatori confidano che dall’esame possano emergere nuovi elementi utili a chiarire il collegamento tra i due episodi.