Questa mattina, in piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha proclamato santo Carlo Acutis, il quindicenne milanese scomparso nel 2006 e già conosciuto in tutto il mondo come il “patrono di internet”. Accanto a lui, nella stessa celebrazione, è stato canonizzato anche Pier Giorgio Frassati, giovane torinese morto a 24 anni, uniti entrambi da una profonda devozione per l’Eucaristia e da un impegno costante verso i più deboli.
Alla cerimonia hanno preso parte migliaia di fedeli, molti provenienti da scuole e associazioni frequentate da Carlo: l’istituto delle Marcelline di piazza Tommaseo e il liceo classico Leone XIII. Presenti in prima fila i genitori, Antonia Salzano e Andrea Acutis, insieme ai fratelli gemelli Michele e Francesca.
Carlo Acutis, il “santo del web” proclamato oggi
Nato a Londra nel 1991, ma cresciuto a Milano, Carlo Acutis ha vissuto un’adolescenza simile a quella di tanti coetanei: la passione per i videogiochi, la musica e lo sport. Ma accanto a questi interessi coltivava una fede profonda, alimentata da una partecipazione quotidiana alla messa e da un’attenzione costante verso chi viveva ai margini. Con la paghetta acquistava cibo e sacchi a pelo da distribuire ai senzatetto e offriva il suo tempo come volontario nelle mense.
Amava l’informatica, che studiava autonomamente su testi universitari, e utilizzava il web come strumento di evangelizzazione, creando un sito per diffondere la mostra sui “Miracoli eucaristici”, diventata poi itinerante in tutto il mondo.
Il legame con il Cilento
Carlo aveva un rapporto speciale anche con il Cilento, territorio che conosceva grazie a frequenti soggiorni estivi trascorsi con la famiglia. In più occasioni si recò a visitare i santuari della zona, rimanendo affascinato dalla spiritualità e dalla tradizione religiosa locale. In particolare, amava sostare nei piccoli centri costieri e nell’entroterra, dove il contatto con la natura e la vita semplice delle comunità gli offrivano momenti di riflessione e preghiera. Non a caso, diverse parrocchie cilentane hanno negli anni organizzato pellegrinaggi e celebrazioni in suo onore, riconoscendo in lui una figura capace di parlare ai giovani con un linguaggio moderno ma radicato nella fede.
La malattia e l’eredità spirituale
Nel 2006, a soli 15 anni, la diagnosi improvvisa di una leucemia fulminante pose fine alla sua vita terrena. Carlo affrontò la malattia con serenità, confidando ai genitori: «Sono felice perché non ho sprecato neppure un minuto in cose che non piacciono a Dio». Venne sepolto ad Assisi, città a lui cara per il legame con San Francesco. Da allora, migliaia di pellegrini hanno visitato la sua tomba e la sua fama si è diffusa ben oltre i confini italiani.
I miracoli riconosciuti
La canonizzazione è stata possibile grazie al riconoscimento di due guarigioni inspiegabili attribuite alla sua intercessione: quella di un bambino brasiliano affetto da una grave malformazione al pancreas e quella di Valeria Valverde, studentessa costaricana rimasta in fin di vita dopo un incidente a Firenze e ristabilitasi in maniera inattesa dopo le preghiere della madre ad Assisi.
Con la proclamazione di oggi, Carlo Acutis diventa il primo santo dell’era digitale, un giovane che ha saputo unire fede e tecnologia, vita concreta e mondo virtuale, offrendo un esempio di spiritualità contemporanea soprattutto alle nuove generazioni.