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Carenza di medici nel Cilento e Piana del Sele, sanità al collasso: FP CGIL Salerno chiede interventi immediati

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La FP CGIL Salerno denuncia la grave crisi della sanità pubblica nel Cilento, Vallo di Diano e Piana del Sele: carenza di medici e infermieri, budget esaurito e prestazioni aggiuntive non retribuite. Il sindacato chiede un intervento immediato alla Regione Campania e ai sindaci locali.

Carenza di medici nel Cilento e Vallo di Diano, sanità al collasso: FP CGIL lancia l’allarme

La FP CGIL Salerno denuncia la grave crisi della sanità pubblica nei presidi ospedalieri del Cilento, Vallo di Diano e Piana del Sele. Carenze di personale, prestazioni aggiuntive non retribuite da mesi e budget esaurito già ad agosto 2025 mettono a rischio i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e il diritto alla salute nelle aree interne.

Il sindacato chiede un intervento immediato alla Regione Campania e ai sindaci locali, evidenziando come la mancanza di confronto con la dirigenza dell’ASL stia aggravando la situazione. Centinaia di medici e dirigenti sanitari hanno manifestato malcontento nelle assemblee sindacali, denunciando una ripartizione delle risorse inadeguata e un piano per le prestazioni aggiuntive privo di trasparenza.

La situazione nei vai presidi

I presidi più colpiti includono:

  • Sapri: esaurimento delle risorse per Pronto Soccorso e Centro Trasfusionale.

  • Oliveto Citra: insufficienza di budget per Pronto Soccorso e Chirurgia, con alta incidenza di interventi oncologici.

  • Polla, Vallo della Lucania, Eboli-Battipaglia: ore aggiuntive distribuite in misura insufficiente e ritardi nei pagamenti.

  • Roccadaspide: ospedale di area disagiata con un solo urgentista in servizio e budget pari a zero per Chirurgia Polispecialistica.

  • Agropoli: struttura in continuo cambio di missione con personale insufficiente e budget assente per diversi reparti critici.

La FP CGIL chiede il pagamento immediato delle prestazioni arretrate, la rimodulazione urgente del Piano 2025 con coinvolgimento dei dirigenti, chiarezza e riallocazione delle risorse, apertura di un tavolo permanente di confronto e tutela reale degli ospedali delle aree interne. In assenza di risposte concrete, il sindacato annuncia lo stato di agitazione del personale medico e dirigente, con possibile sospensione delle prestazioni aggiuntive. L’obiettivo resta quello di salvaguardare i servizi sanitari e il diritto alla salute dei cittadini.

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