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Capodichino vola, Salerno frena: il divario che segna il traffico aereo in Campania

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Foto generica
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Il mese di dicembre restituisce l’immagine di una regione divisa tra due dinamiche opposte. Da una parte l’aeroporto di Napoli-Capodichino, che continua a segnare ritmi di crescita costanti e superiori alle attese; dall’altra lo scalo di Salerno-Costa d’Amalfi, dove il traffico passeggeri registra un rallentamento deciso dopo i mesi estivi, evidenziando le difficoltà ancora irrisolte del territorio come riportato da Il Mattino.

Capodichino vola, Salerno frena: il divario che segna il traffico aereo

I numeri di Capodichino confermano una tendenza ormai consolidata. Nel mese di novembre i passeggeri sono stati 800.849, con un incremento del 44,9% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un dato che consolida le proiezioni sul 2025, anno in cui lo scalo potrebbe toccare quota 13,3 milioni di transiti, il livello più alto mai registrato. La spinta arriva da diversi fattori: il nuovo sistema di calcolo dei movimenti, la piena ripresa della mobilità internazionale dopo la fase pandemica e una rete di collegamenti che resta una delle più articolate del Sud Italia. Circa 120 le rotte dirette attualmente operative, tra le quali spiccano sette collegamenti verso il Nord America. Questi ultimi, nel periodo estivo, hanno raggiunto un totale di 379mila passeggeri, con un aumento del 77% sul 2024.

In parallelo, la società di gestione sta portando avanti investimenti mirati a sostenere la crescita. Tra i progetti in corso figurano il nuovo terminal extra-Schengen, il potenziamento delle infrastrutture a terra e l’ottimizzazione dei servizi dedicati ai flussi internazionali, in vista di ulteriori incrementi nel traffico intercontinentale.

Scenario opposto a Salerno, dove l’aeroporto Costa d’Amalfi e del Cilento registra per il secondo mese consecutivo una contrazione significativa. Dopo il -9% rilevato a ottobre, novembre segna un calo del 56,6%, con il passaggio da 35.703 a 15.479 passeggeri. Una discesa dovuta a vari fattori: l’assenza della spinta turistica proveniente dal Cilento nei mesi invernali, i ritardi nelle opere complementari e un mercato locale che fatica a generare domanda sufficiente per sostenere un numero stabile di collegamenti. A ciò si aggiungono le prime valutazioni delle compagnie aeree in vista dell’estate, alcune delle quali starebbero già riducendo o rinviando le operatività programmate.

Il confronto tra i due scali evidenzia così un divario crescente. Da un lato Napoli consolida il proprio ruolo nel sistema aeroportuale nazionale, attirando flussi turistici anche nella bassa stagione; dall’altro Salerno mostra segnali che richiedono strategie mirate, investimenti più rapidi e un coordinamento territoriale capace di trasformare il potenziale in risultati concreti.

Aeroporto di Salerno

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