Operazione ambientale a Capaccio Paestum: tre imprenditori sono stati denunciati per smaltimento illecito di reflui zootecnici. Scoperti terreni contaminati, scattano sequestri e denunce. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Capaccio Paestum, smaltimento illecito di reflui zootecnici: tre imprenditori denunciati
Controlli ambientali a tappeto nella Città dei Templi. Tre imprenditori del settore zootecnico di Capaccio Paestum sono stati denunciati per smaltimento illecito di reflui zootecnici, al termine di una vasta operazione condotta nelle prime ore di sabato dagli agenti della Polizia Locale, diretti dal tenente Clelia Saviano, con il supporto delle Guardie giurate ambientali di “Accademia Kronos Aps” di Salerno.
L’attività, mirata a verificare la corretta gestione dei rifiuti prodotti dagli allevamenti, ha riguardato due aziende bufaline operanti nell’agro comunale. Durante i controlli, sono emerse gravi irregolarità nella gestione degli effluenti: secondo quanto accertato, il percolato veniva smaltito direttamente su terreni incolti, con conseguente inquinamento del suolo dovuto all’assorbimento dei liquami. Una pratica vietata dalle normative vigenti, che impongono specifiche modalità di stoccaggio e trattamento dei reflui per evitare contaminazioni del terreno e delle falde acquifere.
Le denunce e i sequestri
Al termine delle verifiche, i tre imprenditori coinvolti sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, mentre le aree aziendali utilizzate per lo smaltimento illecito sono state poste sotto sequestro preventivo. L’intervento rientra in un più ampio piano di prevenzione e contrasto alle violazioni ambientali promosso dal Comando di Polizia Municipale di Capaccio Paestum, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo produttivo — allevatori, imprenditori e operatori agricoli — al rispetto delle norme ambientali e alla consapevolezza delle sanzioni introdotte dalle nuove disposizioni di legge.
Le nuove norme e le sanzioni
Con la conversione in legge del decreto in vigore dall’8 ottobre, sono stati infatti inaspriti i provvedimenti del Testo Unico Ambientale per chi si rende responsabile di smaltimento illecito, abbandono o combustione incontrollata di rifiuti. Le pene previste sono severe: arresto da tre mesi a un anno o ammenda da 2.600 a 26.000 euro, anche nel caso di rifiuti non classificati come pericolosi.
«L’obiettivo non è solo punire, ma prevenire e informare», hanno spiegato le forze dell’ordine. «Ricordiamo agli operatori economici che la tutela dell’ambiente è un dovere collettivo e che la corretta gestione dei rifiuti rappresenta una parte essenziale di un’attività imprenditoriale responsabile e sostenibile».
Un territorio da proteggere
L’azione della Polizia Locale e delle Guardie ambientali si inserisce in un contesto delicato come quello della Piana del Sele, territorio a forte vocazione agricola e zootecnica, dove la convivenza tra sviluppo produttivo e salvaguardia ambientale rappresenta una delle sfide più importanti per il futuro. Un segnale chiaro, dunque, di attenzione e rigore da parte delle autorità verso la tutela del territorio e delle sue risorse naturali.








