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Capaccio Paestum, nuova udienza sul caso appalti: in aula il teste chiave Pagano

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Alfieri
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Secondo quanto riportato dal Mattino, si è tenuta una nuova udienza del procedimento sui presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum, un’inchiesta che vede imputati, a vario titolo, per corruzione e turbata libertà degli incanti in concorso, l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia Franco Alfieri, la sorella Elvira Alfieri, l’ex staffista Andrea Campanile, il funzionario comunale Carmine Greco, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, già legato alla Dervit.

La giornata ha rappresentato un momento centrale del dibattimento, soprattutto per l’attesa testimonianza dell’architetto Nino Pagano, considerato il principale teste dell’accusa.

Capaccio Paestum, nuova udienza sul caso appalti

In aula erano presenti tutti gli imputati, accompagnati dai loro legali. Oltre a Pagano, è stato ascoltato anche l’imprenditore salernitano Marco Aliberti, titolare della ditta coinvolta nella gara per la pubblica illuminazione, bando finito al centro delle verifiche investigative. Pagano ha risposto alle domande del sostituto procuratore Luigi Spedaliere e, successivamente, alle difese, ripercorrendo aspetti amministrativi e rapporti interni all’ente. Secondo la ricostruzione del Mattino, il teste ha confermato il contenuto di quanto già dichiarato in fase di indagine, pur mostrando in alcuni passaggi incertezze e lacune. Durante la deposizione ha inoltre citato ulteriori figure che potrebbero essere convocate nelle prossime settimane.

All’uscita dal Tribunale di Vallo, Pagano ha ribadito ai cronisti di aver confermato integralmente quanto dichiarato in passato ai magistrati, soffermandosi anche sulla fine dei rapporti personali con l’ex sindaco. Ha raccontato di aver vissuto una fase di forte rottura, sostenendo di essersi sentito penalizzato da comportamenti che, a suo dire, avrebbero inciso anche sulle proprie relazioni professionali.

Dal fronte delle difese, la giornata è stata definita un passaggio utile a chiarire punti ritenuti poco approfonditi durante la fase investigativa. Gli avvocati Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro, legali della famiglia Alfieri, hanno sottolineato come il dibattimento consenta di puntualizzare elementi che, nelle indagini preliminari, sarebbero rimasti incompleti. Hanno inoltre richiamato l’attenzione sulla questione delle intercettazioni, ritenute da valutare con particolare cautela.

Critiche più nette sono arrivate dall’avvocato Cecchino Cacciatore, difensore di Campanile, che ha giudicato «deboli» le dichiarazioni di Pagano sotto il profilo dell’attendibilità. Sulla stessa linea l’avvocato Antonello Natale, difensore della Dervit, secondo cui in aula non sarebbero emersi elementi di fatto rilevanti, mentre il dibattimento dovrebbe basarsi esclusivamente su dati concreti e non su suggestioni.

La prossima udienza è fissata per il 4 dicembre, quando saranno ascoltati altri otto testimoni individuati dalla pubblica accusa. Lo sviluppo delle prossime testimonianze costituirà un momento chiave nella ricostruzione delle dinamiche al centro del processo.

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