Il futuro economico e amministrativo del Comune di Capaccio Paestum resta sospeso tra indiscrezioni e tempistiche tecniche, mentre il commissario prefettizio Davide Lo Castro, insediatosi dopo le dimissioni del sindaco Franco Alfieri e della sua maggioranza, valuta la possibilità di dichiarare il dissesto finanziario dell’ente. Tuttavia, il quadro appare più articolato del previsto.
Se da un lato la situazione finanziaria del Comune risulta critica, con un debito stimato intorno ai 41 milioni di euro, dall’altro l’eventuale dichiarazione di dissesto non può avvenire in tempi immediati, essendo soggetta a un preciso iter normativo come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Capaccio Paestum, ipotesi dissesto
La dichiarazione di dissesto non è un provvedimento che il commissario può adottare autonomamente e in tempi ristretti. Prima di ogni decisione, occorre attendere la valutazione del Ministero dell’Interno e della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio finanziario approvato dal consiglio comunale prima delle dimissioni di Alfieri.
Il documento è stato inviato al Ministero lo scorso 5 gennaio e, secondo la normativa vigente, l’analisi del piano richiede fino a 90 giorni. Solo dopo il responso ministeriale sarà possibile stabilire se esistano margini per evitare il dissesto o se l’ente dovrà procedere alla dichiarazione.
Alla luce di queste scadenze, è improbabile che la decisione venga presa nei prossimi giorni, come inizialmente ipotizzato. È più realistico che Lo Castro, il cui incarico dura 90 giorni, accompagni il Comune fino alle prossime elezioni piuttosto che adottare provvedimenti drastici prima della scadenza del mandato.
Uno degli aspetti più dibattuti riguarda le possibili conseguenze del dissesto sulle elezioni comunali. In base alla normativa vigente, anche in caso di dissesto il Comune potrà comunque andare al voto. Tuttavia, il principale effetto sarebbe l’incandidabilità per dieci anni degli amministratori uscenti, sebbene resti da chiarire se la misura riguarderebbe tutti o solo alcuni esponenti della precedente amministrazione.
Un’eventuale dichiarazione di dissesto potrebbe dunque ridisegnare gli equilibri politici locali, escludendo dalla competizione alcuni protagonisti della scena amministrativa.