Svolta nell’inchiesta sui presunti appalti truccati a Capaccio Paestum: l’ingegnere Carmine Greco torna libero dopo 8 mesi di arresti domiciliari. Accolte le richieste difensive dal Gip di Vallo. Lo riporta Stiletv.
Capaccio Paestum, inchiesta sugli appalti: libero Carmine Greco
Nuovo sviluppo nell’inchiesta sui presunti appalti pilotati nel Comune di Capaccio Paestum. Dopo Elvira Alfieri e Andrea Campanile, anche l’ingegnere Carmine Greco, ex responsabile unico del procedimento (RUP), torna in libertà dopo otto mesi di arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vallo della Lucania, Domenico Valerio Ragucci, che ha accolto l’istanza di revoca o attenuazione della misura cautelare presentata dal suo avvocato, Enrico Tedesco.
Le nuove misure
Greco potrà lasciare la propria abitazione, ma non potrà risiedere nel territorio comunale di Capaccio Paestum, né potrà accedere agli uffici comunali senza autorizzazione preventiva dell’autorità giudiziaria. Il gip ha tenuto conto del comportamento collaborativo dell’indagato durante il periodo di custodia e delle sue condizioni di salute, documentate nella memoria difensiva prodotta durante l’interrogatorio del 5 giugno scorso davanti al procuratore capo di Vallo della Lucania, Francesco Rotondo.
L’indagine
Greco è accusato di turbata libertà degli incanti aggravata in concorso, in relazione a due capi d’imputazione legati alla gara pubblica per l’illuminazione cittadina. La vicenda riguarda il primo filone dell’inchiesta che coinvolge la società Dervit e che, inizialmente gestita dalla Procura di Salerno, è passata per competenza a quella di Vallo della Lucania.
Restano invece agli arresti domiciliari l’ex sindaco Franco Alfieri e i rappresentanti della Dervit Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, che si sono dimessi dai rispettivi incarichi.
