Il Consiglio di Stato accoglie l’appello di Iliad e annulla il diniego della Soprintendenza all’installazione di un’antenna 5G a Capaccio Paestum. La sentenza evidenzia errori di valutazione sul vincolo paesaggistico e sulle misure di mitigazione proposte.
Capaccio Paestum, Consiglio di Stato ha annullato il parere negativo sull’antenna Iliad
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Iliad Italia S.p.A., annullando il parere negativo espresso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino e dal Ministero della Cultura in merito alla richiesta di installazione di una stazione radio base in località Linora. La decisione ribalta la sentenza del TAR Campania – sezione di Salerno (n. 1738/2024), che aveva confermato il diniego della Soprintendenza.
La vicenda nasce dalla domanda presentata da Iliad nel novembre 2022 per realizzare un impianto in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. La società aveva proposto diverse misure di mitigazione, tra cui l’abbassamento dell’altezza dell’antenna e il suo mascheramento attraverso la realizzazione di un finto pino marittimo, ma l’ente aveva comunque espresso parere contrario, ritenendo le modifiche insufficienti a garantire la compatibilità paesaggistica, anche in relazione alla visuale sull’ex centrale idroelettrica Maida, oggetto di procedura di vincolo culturale.
I motivi della sentenza
Nel valutare l’appello, i giudici del Consiglio di Stato hanno esaminato tre punti chiave:
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l’uso improprio del procedimento di vincolo come motivazione del diniego;
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la mancata considerazione delle opere di mitigazione proposte;
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la debolezza della motivazione relativa al contrasto paesaggistico.
Il Collegio ha chiarito che la Soprintendenza non poteva fondare il diniego sulla tutela della visuale dal “Molino di mare”, poiché tale tutela non era prevista tra le misure cautelari vigenti in quella fase.
Mitigazione e motivazione carente
Decisivo, ai fini dell’accoglimento dell’appello, è stato il mancato approfondimento sulle misure di mitigazione. Secondo la sentenza, la Soprintendenza avrebbe dovuto richiedere ulteriori elaborati tecnici o chiarimenti, applicando il principio di leale cooperazione con l’operatore. La critica si estende anche al giudizio sul camuffamento dell’impianto: ritenere il finto pino inadeguato perché più alto degli alberi circostanti è stato considerato un argomento debole, poiché “la presenza in natura di esemplari più alti è un fatto comune e non sufficiente a escludere la compatibilità paesaggistica”.
Le conseguenze
Il Consiglio di Stato ha dunque annullato il parere negativo della Soprintendenza, condannando le amministrazioni coinvolte al pagamento delle spese legali, pari a 4.000 euro in favore di Iliad. La decisione arriva in un contesto di crescente dibattito a Capaccio Paestum sulla presenza delle antenne 5G. Nei mesi scorsi il Comitato cittadino “Capaccio Bella” aveva lanciato una raccolta firme per chiedere la delocalizzazione dell’impianto installato in via Cupone, nel Capoluogo.
