Torna in libertà Alfonso D’Auria, procuratore speciale della società Dervit, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti pubblici sospettati di essere stati pilotati nel comune di Capaccio Paestum. La decisione è stata assunta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vallo della Lucania, Domenico Valerio Ragucci, che ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato difensore di D’Auria, Antonello Natale, per la revoca o attenuazione della misura cautelare.
Capaccio Paestum, Alfonso D’Auria torna in libertà
Nonostante il prosieguo delle indagini coordinate dalla Procura di Vallo della Lucania, guidata dal Procuratore Capo Francesco Rotondo, è stato ritenuto che non sussistano più le condizioni per la permanenza della misura detentiva a carico di D’Auria. Al termine di un interrogatorio, è infatti emersa l’assenza di esigenze cautelari tali da giustificare ulteriormente gli arresti. In sostituzione, al procuratore speciale della Dervit è stato imposto il divieto di dimora nel territorio di Capaccio Paestum e il divieto di farvi accesso senza specifica autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.
Restano tuttora agli arresti domiciliari altri due indagati di rilievo nell’ambito della medesima inchiesta: l’ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, e Vittorio De Rosa, ex legale rappresentante della Dervit. Entrambi sono sottoposti a misura cautelare in attesa di ulteriori sviluppi investigativi.
Nella giornata precedente, intanto, è stato disposto l’allentamento della misura cautelare anche per l’ingegnere Carmine Greco, funzionario comunale anch’egli coinvolto nell’indagine. Per Greco, già agli arresti domiciliari, è stato stabilito il divieto di dimora a Capaccio Paestum, ritenuta una misura più proporzionata in questa fase del procedimento.