A distanza di circa quattro anni dall’incaglio, resta ancora abbandonato lungo la costa di Marina di Eboli, in località Campolongo, il relitto della Mensh II, un’imbarcazione di 28 metri battente bandiera polacca, classificata come rifiuto speciale. Il natante, un Benetti di proprietà di un cittadino di origini francesi residente in Spagna, giace incustodito sull’arenile, divenuto nel tempo fonte di degrado ambientale e pericolo per la sicurezza pubblica come riportato da InfoCilento.
Campolongo, il relitto della Mensh II abbandonato da quattro anni
Nonostante i ripetuti solleciti da parte dell’amministrazione comunale e le ordinanze sindacali inviate ai competenti organi nazionali ed esteri, il relitto non è ancora stato rimosso. Le richieste hanno coinvolto anche i Consolati e i Ministeri, ma il nodo burocratico resta irrisolto. L’assenza di un chiaro quadro di competenze impedisce un intervento risolutivo, lasciando il relitto in stato di abbandono su un tratto di costa ora divenuto particolarmente delicato dal punto di vista ambientale.
Con il trascorrere del tempo, la barca è diventata punto di attrazione per curiosi, luogo di ritrovo per giovani e persino rifugio per soggetti dediti ad attività illecite. Le lamiere arrugginite e l’instabilità della struttura costituiscono un rischio concreto sia per la pubblica incolumità sia per l’ambiente marino circostante.
A peggiorare il quadro interviene la recente decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha inserito l’area dunale tra le “Fasce litoranee a destra e sinistra del fiume Sele” all’interno della rete Natura 2000. Il sito, identificato come SIC/ZSC IT8050010, è ora formalmente riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario e Zona Speciale di Conservazione. Tra le specie protette segnalate rientra il giglio bianco, presente nelle dune costiere. A tutela del patrimonio naturale, l’Ente Riserve Naturali Foce Sele – Tanagro – Monti Eremita Marzano ha posizionato cartelli informativi per impedire l’accesso non autorizzato e salvaguardare la flora autoctona.
Nonostante il riconoscimento ambientale e le misure di protezione adottate, il caso del relitto della Mensh II continua a sollevare proteste da parte dei residenti, che giudicano inaccettabile il protrarsi dell’inazione. “È assurdo che un’imbarcazione possa restare abbandonata per anni su un’area demaniale protetta”, lamentano gli abitanti della zona.