Il calo dei turisti americani in Campania, soprattutto nelle mete iconiche come Positano, Amalfi e Sorrento, era stato annunciato già a inizio anno. Le prime avvisaglie provenivano dai dati di prenotazione su piattaforme come Expedia e dal numero ridotto di voli transoceanici. Oggi la flessione è una realtà concreta, con un arretramento stimato tra il 10% e il 15% delle presenze.
Le principali cause del calo
Diverse sono le ragioni che spiegano questa contrazione:
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Inflazione e costi elevati: il potere d’acquisto degli americani si è ridotto, influenzando le scelte di viaggio.
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Incertezze geopolitiche: conflitti e instabilità internazionale frenano gli spostamenti oltreoceano.
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Fine del boom post-Covid: dopo anni di crescita, il turismo si sta riequilibrando ai livelli pre-pandemia.
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Nuove tendenze di viaggio: cresce l’interesse per borghi minori e località alternative.
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Concorrenza interna: regioni come Puglia e Sicilia stanno attirando parte della domanda internazionale.
Gli effetti sul turismo campano
La diminuzione di visitatori americani ha già conseguenze tangibili:
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Minori entrate per alberghi, ristoranti e attività commerciali della Costiera.
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Flessione delle prenotazioni, con un calo rispetto al 2023.
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Spostamento stagionale: sempre più viaggiatori scelgono settembre e ottobre, prolungando la stagione ma riducendo i picchi estivi.
Prospettive e nuove opportunità
Nonostante il calo degli americani, la Campania resta una destinazione competitiva nel panorama internazionale. A sostenere il settore ci sono i flussi provenienti dal Sud America e dall’Est Europa, mercati in crescita che iniziano a colmare il vuoto lasciato dagli USA.
La sfida per i prossimi anni sarà:
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diversificare i mercati,
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potenziare l’offerta turistica,
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mantenere saldo lo storico legame con i viaggiatori americani, da sempre innamorati della Costiera Amalfitana e di Sorrento.