Bufera su Gianpaolo Calvarese dopo Salernitana-Sampdoria: l’ex arbitro interviene sugli episodi controversi del match disputato ieri sera domenica 22 giugno confermando la regolarità del gol di Coda. Scoppiano nuove polemiche sulla disparità di giudizio nel calcio italiano.
Bufera su Calvarese dopo Salernitana-Sampdoria: “Gol di Coda regolare”
Nel già teso clima dei playout di Serie B tra Salernitana e Sampdoria, la controversia arbitrale si infiamma ulteriormente con l’intervento dell’ex arbitro Gianpaolo Calvarese. In un’analisi tecnica post-partita, Calvarese ha confermato la regolarità del gol segnato da Massimo Coda, scatenando un’ondata di critiche e polemiche tra i tifosi granata e gli appassionati di calcio. Calvarese ha commentato il match sospeso al secondo tempo all’Arechi a causa del lancio di oggetti e dei disordini provocati dai tifosi locali, con la Samp avanti 2-0. Il focus si è concentrato sugli episodi da moviola che hanno alimentato il dibattito arbitrale.
Sull’annullamento del gol di Federico Ferrari della Salernitana per tocco di mano, Calvarese ha definito la decisione “corretta e oggettiva”, poiché il tocco ha riguardato proprio l’autore della rete. Sull’altro episodio chiave, il gol di Coda, servito da un assist con un tocco di braccio di Meulensteen, Calvarese ha chiarito che si tratta di “tocco e non fallo”, quindi rete valida secondo il regolamento FIFA.
Questa distinzione ha scatenato ulteriori critiche, con tifosi e osservatori che denunciano “due pesi e due misure” nell’interpretazione del regolamento. Episodi simili in passato hanno infatti portato all’annullamento di gol per tocchi di mano, mentre in altri casi (come in questa partita) sono stati considerati non punibili. L’amaro sfogo dei tifosi granata sintetizza il malcontento: “Ci hanno insegnato che ogni tocco di mano che genera un gol è fallo. Ora scopriamo che si può segnare con un assist di mano ma non da un controllo di mano. Il bello del calcio italiano”.
Il caso Salernitana-Sampdoria si inserisce in una problematica più ampia che affligge il calcio nazionale: non basta avere un regolamento chiaro se la sua interpretazione continua a generare confusione, sfiducia e sospetti. In un mondo dove la tecnologia dovrebbe garantire equità, la discrezionalità degli arbitri sembra ancora una volta il campo di battaglia della giustizia sportiva.