Nando Brignola, 60 anni di Battipaglia, rimasto paralizzato dopo un tuffo in piscina, attende da mesi la riabilitazione. I centri specializzati hanno risposto “no” per mancanza di posti, mentre la famiglia lancia un appello disperato. Lo riporta La Città.
Battipaglia, paralizzato dopo un tuffo: negata la riabilitazione
Sono passati 327 giorni da quel tragico 28 luglio 2024, quando la vita di Nando Brignola, 60enne battipagliese di Serroni Alto, è cambiata per sempre a causa di un incidente in piscina che gli ha causato gravissime lesioni cerebrali. Da febbraio scorso, Nando è ricoverato in terapia intensiva presso il CTO di Roma, dove viene definito un paziente “codice 75”, ovvero affetto da gravi cerebrolesioni acquisite. Nonostante le evidenti necessità riabilitative indicate dai medici del presidio capitolino, la famiglia si scontra con un muro di rifiuti da parte delle strutture specializzate a cui sono state inviate richieste di accoglienza. Quattro centri accreditati sono stati contattati: uno con sedi sparse in tutta Italia, uno a Telese Terme, uno a Isernia e uno a Eboli. Tuttavia, tutti hanno risposto negativamente, dichiarando l’assenza di posti disponibili per il trattamento in lungodegenza richiesto da Nando.
La figlia Nunzia, che insieme alle sorelle assiste il padre con dedizione, lancia un accorato appello: «Vorrei una bacchetta magica per far tornare papà come prima». Oggi, Nando riesce ad articolare poche sillabe ed è praticamente immobile, mentre le cure attuali, seppur preziose, sono molto limitate rispetto al percorso riabilitativo di cui avrebbe bisogno. Una situazione che evidenzia le criticità nel sistema di assistenza per i pazienti con gravi disabilità e la necessità urgente di potenziare i servizi dedicati alla neuroriabilitazione in Campania e nel resto d’Italia.