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Nuove ombre sulla morte di Claudio Mandia a New York: il padre denuncia “197 settimane senza una condoglianza dalla scuola”

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Claudio Mandia a Chi l'ha Visto
Claudio Mandia a Chi l'ha Visto

La morte di Claudio Mandia torna alla ribalta: la famiglia denuncia nuove omissioni della scuola americana e chiede giustizia dopo 197 settimane di battaglia legale. Lo riporta OndaNews.

Morte Claudio Mandia: nuove rivelazioni e la denuncia del padre

La vicenda legata alla scomparsa di Claudio Mandia, lo studente originario di Battipaglia morto negli Stati Uniti nel 2022 mentre frequentava un istituto scolastico newyorkese, torna al centro del dibattito. Nel corso della puntata di ieri di Chi l’ha visto?” su Rai 3, il padre Mauro e la sorella Martina hanno ricostruito gli ultimi aggiornamenti emersi dalle indagini, evidenziando elementi che alimentano nuovi interrogativi.

Da quanto emerso, il giovane avrebbe confidato a un membro del personale scolastico l’intenzione di togliersi la vita qualora fosse stato espulso, temendo ripercussioni irreversibili sul proprio futuro. Una circostanza che i genitori pongono al centro dell’azione legale intentata contro la scuola americana, che però – contattata dalla redazione del programma – ha respinto ogni accusa.

La denuncia

L’istituto ha definito “del tutto infondato” qualsiasi riferimento a comportamenti autolesionistici attribuiti a Claudio, precisando che tali elementi non figurerebbero nemmeno nella denuncia civile presentata dalla famiglia. La scuola ha inoltre richiamato gli esiti degli accertamenti delle autorità competenti, che non avrebbero ravvisato elementi per procedere penalmente. Anche la Procura incaricata delle indagini ha successivamente stabilito l’assenza di prove sufficienti per avviare un’azione penale nei confronti dell’istituto.

Tuttavia, la causa civile ha portato alla luce nuovi elementi, tra cui una comunicazione scritta da un docente di italiano a psicologa, educatori e infermiera scolastica, nella quale venivano espressi timori riguardanti possibili pensieri suicidari del ragazzo. Una segnalazione che, secondo la famiglia, non sarebbe mai stata trasmessa ai genitori, nonostante il regolamento interno lo imponesse.

Le testimonianze

Ulteriori testimonianze suggerirebbero che anche il responsabile dell’istituto fosse stato informato della fragilità emotiva di Claudio: al dirigente, il giovane avrebbe confessato dopo l’espulsione di “preferire la morte al ritorno a casa”. Il contesto scolastico appare inoltre segnato da un forte disagio collettivo: si parla infatti di un 40% di studenti che avrebbe richiesto supporto psicologico e di quattro ricoveri psichiatrici registrati nell’arco di una sola settimana.

“Abbiamo alle spalle 197 settimane di lavoro instancabile – ha dichiarato Mauro Mandia durante la trasmissione –. Devo ringraziare mia moglie e i nostri avvocati che hanno ricostruito ogni dettaglio. Dopo tutto questo tempo, non abbiamo ancora ricevuto una condoglianza dalla scuola. Condivido solo un passaggio della loro nota: continueremo la nostra battaglia nel pieno rispetto delle istituzioni, pur trovandoci in un Paese straniero. Ora la parola passa al giudice”.

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