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Bancarotta Edizioni Salernitane: imputazione coatta per dodici ex dirigenti

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Bancarotta Edizioni Salernitane: il gip respinge in parte la richiesta di archiviazione del pm, imputazione coatta per dodici ex dirigenti indagati nel crac della società. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Bancarotta Edizioni Salernitane: imputazione coatta per ex dirigenti

Imputazione coatta per i dodici indagati nell’inchiesta sul fallimento della società Edizioni Salernitane srl. Lo ha stabilito il giudice per l’udienza preliminare Pietro Indinnimeo, che ha in parte rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla pm Katia Cardillo. Secondo il giudice, le condotte contestate agli indagati non possono essere considerate di lieve entità e, pertanto, non sono applicabili le condizioni di non punibilità previste per particolare tenuità del fatto. A rafforzare questa posizione sono state anche le opposizioni mosse da parte delle persone offese, i giornalisti ex dipendenti della società fallita, rappresentati dagli avvocati Alba D’Antonio e Francesco Saverio Dambrosio.

Il disegno fraudolento e la ricostruzione del curatore

Nell’ordinanza, il gip richiama la relazione del curatore fallimentare, che ha delineato un presunto schema fraudolento messo in atto dai gruppi imprenditoriali Lombardi e Di Canto. Secondo la ricostruzione, questi ultimi – in accordo con gli amministratori della società fallita e con la società fiduciaria Servizio Italia – avrebbero orchestrato l’acquisizione delle testate giornalistiche tramite una newco controllata (Edizioni Salernitane srl), per poi trasferirle ad un’altra società a loro riconducibile (Editori Regionali Campania srl) e infine ricollocarle in un ulteriore soggetto (Quotidiani Locali srl). L’intera operazione, secondo il gip, sarebbe stata finalizzata a sottrarre le testate ai creditori, mantenendo formalmente in vita Edizioni Salernitane solo per evitare azioni legali revocatorie e di responsabilità, con l’obiettivo di rendere intangibili gli asset.

La valutazione del giudice

Il gip sottolinea che tali operazioni «non rientrano nelle ordinarie logiche d’impresa né possono essere giustificate dalle difficoltà del settore editoriale». Per questo ha disposto l’imputazione coatta, ritenendo che sussistano elementi per qualificare i fatti in termini più gravi rispetto alla bancarotta semplice.

Le posizioni degli indagati e la prescrizione di alcuni capi di accusa

Tra i destinatari del provvedimento figurano: Rosario Emanuele Alfano, Raffaele D’Aprea, Alessandro Amato, Giuseppe Carriero, Vito Di Canto, Evina Di Canto, Giovanni Lombardi, Raffaello Gianpaola, Paola Liberata Murano, Leopoldo Ferrante, Maria Toni ed Emma Rossi.

La pubblica accusa, nella richiesta di archiviazione, aveva evidenziato condotte riparatorie e il venir meno dell’offesa, valutando la possibilità di escludere la punibilità in base ai nuovi criteri introdotti dalla riforma Cartabia. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che non vi fossero i presupposti per accogliere questa linea, disponendo anche la fissazione dei termini per la formulazione dell’imputazione. È stata comunque accolta l’archiviazione per tre capi d’accusa, ormai caduti in prescrizione. Resta ora da vedere l’evoluzione del procedimento penale.

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