L’azienda di Salerno Cti Food Tech porta le sue denocciolatrici in California: il più grande produttore americano sceglie la tecnologia made in Italy. Il Ceo Crescenzo: «Innovazione, lavoro e intelligenza artificiale per il futuro». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Salerno, la Cti Food Tech conquista la California con le denocciolatrici
La Cti Food Tech, azienda salernitana leader mondiale nella produzione di macchinari per la lavorazione alimentare, sbarca negli Stati Uniti con le sue denocciolatrici di ultima generazione. A scegliere le tecnologie italiane è stato il più grande produttore americano di frutta processata, che ha deciso di abbandonare le linee a marchio Usa per adottare quelle made in Italy firmate Cti.
Un’intera batteria di macchine costruite lo scorso anno negli stabilimenti dell’azienda oggi lavora nelle linee produttive di Lodi, in California. «Abbiamo fatto un lavoro eccezionale – commenta con orgoglio il Ceo Biagio Crescenzo – il cliente è pienamente soddisfatto. È la conferma del ruolo di primo piano di Cti Food Tech nella diffusione di tecnologie all’avanguardia italiane».
A settembre i risultati saranno presentati a Las Vegas, ma Crescenzo non nasconde qualche timore per il futuro, legato al «combinato disposto di dazi e dollaro debole» che rischia di penalizzare l’export delle macchine industriali italiane: «Il nostro comparto vale 14 miliardi l’anno. Bisogna vigilare, perché sono in gioco produzioni e migliaia di posti di lavoro».
La storia di un’eccellenza salernitana
Fondata nel 1986 in Spagna e approdata poi in Italia, Cti Food Tech conta oggi tre stabilimenti (Salerno, Murcia e Lodi) ed è presente in oltre 20 Paesi, con più di 1000 macchine installate e 10 miliardi di frutti lavorati ogni anno, pari al 40% della produzione mondiale. Un risultato costruito su oltre 120 brevetti depositati in Europa, Stati Uniti, Cina, Sudafrica e Argentina.
Crescenzo, ribattezzato “l’uomo dei brevetti”, ha rivoluzionato il settore già nel 1994 con un sistema per l’estrazione del cuore dei carciofini. Da allora non si è più fermato, continuando a innovare processi e tecnologie. Oggi lavora a nuove applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, già in parte utilizzata nei macchinari dell’azienda.
Il gruppo conta 60 lavoratori, tra ingegneri meccanici, di processo e automazione, e genera un fatturato di circa 10 milioni di euro. Nel 2023, con un investimento visionario, ha acquisito e rilanciato la storica Naco, salvando stabilimento, macchinari e know-how degli operai senior. Un percorso che racconta non solo la forza di un’azienda, ma anche l’idea di un imprenditore che ha saputo trasformare Salerno in una vetrina internazionale del made in Italy tecnologico.